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Di Piracy Shit e i suoi fratelli

La realtà suona alla porta.

A volte l'incompetenza è talmente radicata da diventare la nuova competenza e questo, non dovrebbe sorprendervi dell'Italia.

Ho letto, più e più volte, articoli riguardo quanto successo con Google ed il blocco di un dominio relativo a Google Drive, che ha causato disservizi ai clienti italiani di Google per circa sei ore. Lo specchio riflesso portato a avanti dagli arditi difensori della piattaforma, lascia trasparire, abbastanza chiaramente, il fatto che questi ultimi SANNO che Piracy Shield sostanzialmente non funziona. Tant'è che, alla fine, la piattaforma è sorretta da una miriade di paletti di carattere politico, per compensarne la deficenza tecnica. Aggiungiamo che, appoggiati dal governo "amico", gli arditi stanno pensando di far causa a Google per "mancanza di collaborazione". ça và sans dir...

Un blocco basato su DNS, in un posto dove internet non è completamente sotto il controllo dello stato, non ha mai funzionato, non funzionerà e non ha neppure la minima speranza di poter funzionare. Qualsiasi e ripeto, qualsiasi informatico con una basilare conoscenza tecnica relativa al funzionamento del sistema DNS, potrà spiegarvi, facilmente, che "bloccare DNS", è come tentar di prosciugare un oceano con un secchio. Auguri.

Per non parlare dei blocchi a livello IP. Senza scomodare IPv6, per il quale le subnet /64 vi vengono tirate dietro a chili per costi risibili, anche un nutrito pool di indirizzi IPv4 non ha costi esorbitanti (anche se, data la scarsità, sono in salita). In ogni caso, qui stiamo anche ignorando l'esistenza di proxy, VPN e chi più ne ha, piú ne metta e senza tirare fuori il peso massimo: le reti P2P.

Per questo si vede tutto lo sbraitare riguardo aziende accusate di non collaborare. Se piracy shield fosse davvero cosí efficente, per quale motivo da tanta noia alla LegaCazzo il fatto che Google non sia "proattiva" nel de-indicizzare i siti pirata? Gli da noia perché, senza una scappatoia, la narrativa del "noi il nostro dovere lo facciamo, è colpa degli altri se i pirati sono fra noi", non starebbe minimamente in piedi. Meglio cercare di deviare l'attenzione verso il grande e brutto gigante americano.

La cosa che fa venir fuori l'arrosto dell'incompetenza, peró, è la totale asimmetria dell'implementazione. Infatti:

Gli operatori sono OBBLIGATI, per legge, ad agire entro 30 minuti.
Non esistono procedure per ripulire, in modo celere, eventuali segnalazioni errate.
Chi segnala un sito o IP come "potenzialmente illegale", non ha ripercussioni nel segnalare il falso.
Mentre la procedura prevede di avere un portale per i ticket di blocco, gestito automaticamente, non esiste nulla di simile per un ticket di sblocco.

È stato fatto tutto il possibile, in un amen, per approvare la parte "vai ed ammazza", lasciando totalmente scoperta, giuridicamente, la parte del servizio relativa a "che facciamo se blocchiamo i buoni?". Non esistono procedure, normative, o anche solo linee guida a riguardo. Non esiste un NOC che possa risolvere questo tipo di incidenti celermente, non esiste un monitoraggio dei ticket (la piattaforma è automatica) per evitare di ritrovarsi con una "dragnet".

Sì è solo pensato agli amichetti del calcio e di quanto, porelli, stanno perdendo in mancate vendite.

Io però sono curioso: quanti soldi avrà sifonato PrevIT per quel rottame? Quanti denari avranno raccattato i consulenti responsabili della messa in produzione di quella chiavica? Non lo voglio davvero sapere. Credo la cifra sia inversamente proporzionale al livello di qualità del prodotto.

Questo, questo è l'esempio lampante, se ce ne fosse uno, di quella che è la cialtroneria italiana.

Piracy Shield. Olè!