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Rovere
La rovere è senz'altro uno degli alberi più maestosi della nostra flora. E la specie che si vede spesso negli emblemi araldici, come quello della famiglia Della Rovere, che diede alla Chiesa i papi Sisto V e Giulio II. La rovere è una quercia assai tipica del paesaggio italiano e la si trova con una certa frequenza, in esemplari isolati, vicino alle case coloniche e ai bordi dei campi. È una specie nota anche ai poeti: la pianta che ispirò il Pascoli ne "La quercia caduta" era probabilmente una rovere.
Alla rovere è attribuito anche il nome latino di Q. sessiflora, cioè quercia dai fiori sessili: i fiori femminili della rovere (e le sue ghiande) sono infatti sessili, a differenza di quelli della Farnia, portati da lunghi peduncoli.
Il legno della rovere, pesante e durevole, è fra i più pregiati e viene utilizzato per ogni sorta di lavoro.
La corteccia delle querce era fonte di tannino (sostanza usata per la concia delle pelli), finché l'uomo non trovò altre sostanze chimiche. Dopo averle ammorbidite in una fossa di calce e aver rimosso peli e residui di carne, le pelli venivano immerse in bagni di tannino cioè di cortecce di querce schiacciate e acqua. Il cuoio che ne risultava veniva poi sciacquato e lasciato asciugare.
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La rovere è piante autoctona, che si trova spesso in grandi esemplari isolati sia vicino alle case coloniche sia nei parchi.
Le basi fogliari sono cuneiformi, senza i lobi presenti nella farnia e con piccioli ben distinti. Le ghiande sono tozze e sessili.
I fiori maschili assomigliano a quelli della Farnia, ma i fiori femminili a forma di ghianda sono sessili.
I rami si dipartono a livelli differenti da un lungo tronco, formando una chioma a ventaglio.
Altezza: fino a 40 m.
La corteccia è fortemente fessurata e scanalata.