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Sorbus torminalis

Ciavardello

Il ciavardello è presente in Italia, dalla pianura fino ai 1.000 m. nei boschi di latifoglie, negli arbusteti, su rocce e su declivi. Cresce in genere su terreni calcarei e in esposizioni assolate, prediligendo i suoli freschi e ricchi di humus.

Guardato superficialmente, il ciavardello assomiglia all'acero per la forma delle foglie e la colorazione autunnale; le foglie, però, sono alterne. Lo si può quindi riconoscere assai facilmente quando lo si incontra nei boschi, anche se di rado si riesce a vederlo fiorito o coi frutti, poiché i lavori di pulizia, a cui viene sottoposto il bosco per favorire le specie a più elevata produttività, e il contenimento del sottobosco, di cui il ciavardello fa parte, gli impediscono di raggiungere le dimensioni sufficienti per la fioritura.

I fruiti sono pomi di sapore acidulo, assai ricercati dagli uccelli e commestibili. Si possono consumare appassiti e se ne può anche ricavare una buona acquavite. Un tempo, venivano somministrati per curare le coliche e la dissenteria, perché dotati di potere astringente. Il nome latino della specie, torminalis, deriva da tonnina, cioè "colica", a conferma dell'impiego che se ne faceva.

Il legno pesante, compatto, resistente ha un colore rossastro ed è adatto per lavori di tornitura ed ebanisteria.

Il ciavardello è diffuso in tutta l'Italia, nei boschi di latifoglie, nelle macchie e sulle perdici sassose.

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I frutti arrotondati sono pomi marrone, coriacei e punteggiati. Maturano in settembre.

I semi nel frutto sono bruni. [Grandezza naturale]

Le foglie divertano rosso-porpora in autunno.

Il corimbo di fiori, bianco-crema, sboccia in maggio o giugno.

Le foglie sono alterne, lucide su entrambe le pagine, e hanno diversi lobi. I due lobi inferiori crescono ad angolo retto rispetto al picciolo.

I rami ascendenti formano una chioma conica quando l'albero è giovane, ma con l'età assumono una forma espansa e a cupola.

Altezza: fino a 20 m.

La corteccia grigia ha fessure poco profonde.