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Acero campestre
L'acero campestre è spontaneo in tutta l'Italia, tranne nell'estremo sud, ed è una delle piante più familiari del paesaggio rurale del nostro Paese. Era usato tradizionalmente come tutore vivo della vite, quando erano ancora diffusi i filari di vigneto limitanti i campi coltivati con colture erbacee. Grandi esemplari di acero campestre si trovano ancora vicino alle case rurali, dove sono apprezzati per la fitta ombra che proietta la loro chioma compatta. £ anche usato per la formazione di siepi, dato che sopporta molto bene la potatura, anche intensa.
Il legno di acero è usato per il fondo, le fasce laterali e i manici dei violini. Il grande liutaio Antonio Stradivari (1644-1737) fu il primo a usare un ponte di acero per sostenere le corde. La qualità dei suoi strumenti dipendeva, oltre che dalla tecnica di stagionatura del legno, anche dalla composizione della vernice.
In passato, l'acero campestre era utilizzato come pianta da giardino. Infatti se la si lascia crescere senza potatura, o se viene piantata isolata, la pianta raggiunge altezze considerevoli. L'acero campestre è frequente nei boschi misti di latifoglie nelle zone collinari e in bassa montagna; in questi boschi è tradizionalmente governato a ceduo, per la produzione di legna e di carbone.
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Questo acero indigeno, all'inizio dell'autunno, dona fiori rosso-dorati a parchi, siepi e boschi di tutta l'Italia.
I piccoli fiori giallo-verdi formano corimbi eretti.
Le nuove foglie sono rosacee.
Le ali dei frutti sono disposte in linea quasi retta. Le ali sono spesso sfumate di rosa.
In autunno, la foglia diverta giallo-ambra.
Le foglie sono opposte e piccole, con tre lobi principali dalle estremità arrotondate e due lobi basali più piccoli. In estate, sono verde opaco sopra, lanuginose sotto.
L'acero campestre ha chioma arrotondata
e tronco tortuoso, le estremità dei rami tendono
prima verso il basso e poi verso l'alto.
Altezza: fino a 25 m.
La corteccia, grigia o marrone, ha leggere fessure.
