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Flora d'Italia.
Mirto
Il nome del mirto deriva da Mirsine, fanciulla attica che, secondo li leggenda, fu uccisa da un giovane da lei vinto in gara. Venne poi trasformata in questo arbusto dalla dea Atena, in onore della quali ogni anno ad Atene si celebravano feste e giochi.
Il mirto, è specie tipicamente mediterranea; spontanea in Italia, i frequente soprattutto nelle zone centrali, meridionali e nelle isole, lungo le coste e i litorali.
Il mirto è una pianta classica: era, infatti, assai noto presso i Greci e i Romani. Era considerato sacro a Venere, dea dell'amore, cui veniva offerto dai Romani nei sacrifici del primo di aprile. Se ne facevano corone per adornare poeti ed eroi. Anche gli Egizi lo utilizzavano nelle feste. Era inoltre una pianta nuziale, che serviva per ornare le case degli sposi. Anche oggi, in alcuni Paesi, viene messo insieme con i fiori d'arancio, nei mazzi delle spose.
Il mirto è un arbusto aromatico. Foglie e bacche possono essere utilizzate nell'arte culinaria per profumare gli arrosti: già Plinio afferma che la salsa di frutti di mirto è uno squisito accompagnamento dell'arrosto di maiale. Da foglie, fiori e corteccia viene distillata l' "acqua degli angeli" o "acqua angelica", usata in profumeria. Le bacche vengono usate per produrre particolari liquori.
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Il mirto, tipico costituente della macchia mediterranea, è spesso usalo come ornamentale nei giardini mediterranei.
I fiori, portati da un lungo peduncolo, sono bianchi, provvisti di numerosissimi stami e profumati; sbocciano in estate.
Il frutto è una bacca arrotondata, nero-bluastra a maturazione; intaccata con l'unghia, emana un intenso aroma. Matura in pieno inverno.
È un cespuglio sempreverde e lotto, molto ramificato.
Altezza: da adulto oltre 3 m.
La corteccia rossastra, poi grigia, si screpola.