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Salice piangente
Piccoli salici striscianti furono tra i primi alberi a ricolonizzare l'Italia dopo l'era glaciale. Da allora, se ne è sviluppato un tale numero di specie, che è molto difficile riconoscerle. La maggior parte dei salici si incrociano frequentemente tra di loro. Dei salici piantati in passato, molti erano varietà selezionate e ibridi propagati dai vivaisti, e hanno avuto nomi diversi secondo le diverse opinioni circa le loro origini.
Il salice piangente ornamentale oggi più comunemente coltivato è S. X chrysocoma, che si ritiene sia un incrocio tra S. babylonica e una varietà di S. alba. S. X chrysocoma è un albero a rapida crescita che può essere propagato per propaggine, cioè incurvando un lungo ramo nel terreno che rapidamente emetterà le radici e crescerà a dimensioni di grazioso alberello.
I salici piangenti sono stati tradizionalmente considerati simbolo di lutto. Il nome botanico S. babylonica ricorda la malinconia del salmo: "Lungo i fiumi di Babilonia, lì sedemmo, li piangemmo… Ai salici appendemmo le nostre cetre". In realtà, gli alberi lungo i fiumi che bagnavano l'antica e fertile regione di Babilonia erano pioppi, non salici. La specie di salice conosciuta come babylonica è, invece, originaria della Cina.
Il salice piangente è un ibrido molto diffuso in parchi e giardini. Spesso cresce vicino all'acqua.
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Dai primi giorni di vita, il salice piangente produce una cascata rotonda di rami gialli e foglie verdi, che quasi toccano il terreno.
Altezza: fino a 20 m.
Salice piangente in inverno.
1 rami e i germogli del salice piangente sono giallo vivace, le foglie sono tomentose.
Salix babylonica
Le foglie di questa specie non sono tomentose come quelle di S. X chrysocoma.
I rametti sono bruni. Altezza: fine a 15 m.
La corteccia bruno-grigiastra è scanalata.