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Nerium oleander

Oleandro

Il nome latino Nerium deriva dal greco "neros", "acqua", poiché l'oleandro si trova spesso lungo i corsi d'acqua. Il nome popolare "mazza di San Giuseppe" prende origine dal racconto dei libri Apocrifi, secondo cui i pretendenti alla mano della Vergine dovettero deporre sull'altare una verga; quella di oleandro, portata da San Giuseppe, subito germogliò, facendo cadere su di lui la scelta.

L'oleandro era noto ai Greci e ai Romani per la sua velenosità. Apuleio, nelle "Metamorfosi" trasformato in asino, cercava affannosamente le rose, unico rimedio per farlo tornare uomo; ingannato dalla somiglianza dei fiori, stava per addentare l'oleandro; da esperto botanico egli però riconosceva la pianta, i cui fiori erano un veleno per gli asini, e prontamente se ne allontanava.

Pianta tipicamente mediterranea, l'oleandro vive spontaneo sulle coste dell'Italia meridionale e sulle isole; viene diffusamente coltivato per le sue caratteristiche ornamentali in tutta l'Italia. Cresce bene anche sui suoli argillosi ed è di facile coltivazione. Può essere allevato in vaso, purché di sufficienti dimensioni, poiché ha un apparato radicale assai espanso. Viene utilizzato come pianta da giardino e per alberature stradali. Lo si trova soprattutto in zone a clima mite, ma non teme nemmeno temperature di - 7°C.

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L'oleandro è una pianta familiare e conosciuta, spontanea in Liguria e nel Meridione, viene coltivata un po' ovunque.

Il frutto è una capsula allungata, di colore bruno; all'interno vi sono numerosi semi dotati di pappo.

I fiori sono bianchi, rosa, gialli; sono disposti in ampi corimbi terminali ed emanano un intenso profumo; fioriscono da maggio in poi.

L'oleandro è un arbusto cespuglioso o un piccolo albero sempreverde, con rami lunghi e flessibili. Altezza: fino a 9 m.

Le foglie persistenti, coriacee, a margine intero, di colore verde intenso sono disposte in verticilli di tre.