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Betulla tomentosa
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È una delle due betulle spontanee in Italia. Spesso si incrocia con la betulla bianca, anch'essa indigena, producendo ibridi con caratteristiche di entrambe le specie. Sono parenti di una betulla canadese, la cui corteccia veniva usata dagli indiani per rivestire canoe. La corteccia di queste betulle è impermeabile e resiste anche agli attacchi dei funghi; spesso riveste intatta un tronco già marcescente.
Caratteristica di zone fredde, di terreni poveri e acidi, è meno frequente in Italia della specie precedente; vive sulle Alpi e nell'Appennino parmense. Le betulle hanno vita breve, ma rivestono un ruolo importante quali colonizzatrici di terreni poveri. I semi vengono facilmente dispersi dal vento e formano assai rapidamente dei cespuglieti, mentre le foglie, cadendo, arricchiscono il suolo per altri alberi che hanno più esigenze.
La linfa della betulla è ricca di zucchero; estratta in primavera, può essere trasformata in vino di betulla, con l'aggiunta di miele.
L'olio di betulla viene estratto dalla corteccia, ed è usato come repellente contro gli insetti. 11 legno è morbido e, benché all'aria aperta marcisca rapidamente, può essere adoperato per mobili, manici di utensili e legno compensato. Usato come legna da ardere, brucia con una fiamma particolarmente luminosa.
Gli amenti si schiudono in aprile; i femminili sono più piccoli e più eretti dei maschili.
Le foglie hanno sotto nervatura tomentose, i denti sono più regolari di quelli di betulla bianca. La base è triangolare, il picciolo è tomentoso.
In inverno, i rami si rivelano più grossi e in numero inferiore di quelli
della betulla bianca.
Altezza: fino a 24 m.
I rami di quest'albero dalla sommità arrotondata sono ritorti e raramente penduti.
In inverno, il frutto rimane sull'albero, disgregandosi poi in squame e semi alati che vengono dispersi dal vento.
La corteccia, rosso-bruna, può essere argentea.
La betulla tomentosa è meno frequente della betulla bianca, si trova sulle Alpi e in limitate zone appenniniche.
