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Prunus padus

Pado

Pochi alberi sono paragonabili al pado quanto a bellezza, allorché in maggio si presenta con i suoi lunghi rami penduti zeppi di fiori che riempiono l'aria di una fragranza di mandorla. Il frutto, amaro, è commestibile solo per gli uccelli. Ma la corteccia veniva, in passato, usata anche dall'uomo: nel Medioevo, se ne ricavava un infuso adoperato come tonico e come sedativo per il mal di stomaco; era ritenuta efficace contro le febbri intermittenti e, addirittura, come protezione contro la peste. Il sapore astringente della ciliegia è dovuto al molto tannino che contiene; il frutto è a volte adoperato per insaporire acquavite e liquori. Il legno dell'albero ha durame bruno-rossastro, alburno bianco, ed emana un odore sgradevole.

Il pado viene spesso piantato come albero ornamentale: diverse cultivar hanno fiori più grandi e più variati: bianchi, rosa e doppi. Una di esse, 'Watereri', ha fiori pendoli assai appariscenti.

In Italia, il pado è diffuso allo stato spontaneo nei boschi misti sia di latifoglie sia di conifere, sulle Alpi e, in qualche stazione isolata, anche nella Pianura Padana. In montagna, si spinge molto in alto, fino al lìmite estremo della vegetazione arborea. Preferisce terreni silicei ed è molto resistente all'acidità del suolo; riesce a vivere anche nei terreni torbosi.

Il pado è diffuso in Italia soltanto nelle regioni settentrionali; sulle Alpi, raggiunge il limite della vegetazione forestale.

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I frutti neri sono mangiati dagli uccelli sebbene siano amari.

Contengono un duro nocciolo ovale.

Il pado è di solito più piccolo del ciliegio dolce. Altezza: non supera i 6-9 m.

I fiori bianchi dal profumo di mandorle pendono in racemi in aprile-maggio. Le foglie verde chiaro sono coriacee con fini denti.

La corteccia si desquama; ha lenticelle sparse.