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Prunus laurocerasus

Lauroceraso

È un arbusto nativo dell'Asia Minore. Sulla data di introduzione in Europa, come ornamentale, i pareri sono discordi. Spesso si trova indicato il 1576 come anno di importazione, ma il botanico francese Clusius dice di averlo avuto dal Paese di origine nel 1570, mentre il naturalista francese Belon riferisce di averne vista una pianta nei giardini del principe Doria, a Genova, prima di questa data.

Comunque il lauroceraso è ormai largamente coltivato nei giardini sia isolato sia soprattutto in gruppi a formare siepi, in quanto sopporta molto bene la potatura. È anche assai adattabile nei confronti del terreno, vive sia al sole sia a mezz'ombra; fiorisce abbondantemente solo con buona illuminazione.

Tutta la pianta è velenosa per la presenza di acido prussico (il veleno delle mandorle amare): infatti, stropicciando una foglia, questa emana odore di mandorle amare. Questa velenosità è nota da tempo: Strabone, parlando del ritorno di Alessandro Magno dall'India, riferisce di una pianta, simile al lauro, che mangiata provocava la morte. Si narra che l'inglese Price, non essendo riuscito a tramutare il mercurio in oro, si suicidasse con un distillato di lauroceraso. Gli uccelli mangiano impunemente i frutti e, nel Modenese, si fa con le foglie un delizioso infuso idroalcolico: il laurino.

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Il lauroceraso tollera l'ombra e quando cresce allo stato selvatico forma fitti rifugi per molti animali selvatici.

Le drupe rotonde, inizialmente rosse, maturando diventano nere e lucide [Grandezza naturale]

Le infiorescenze erette di fiori color bianco opaco spuntano alle ascelle fogliari in aprile, [x 3]

Le foglie alterne, lucide e verde brillante, sono coriacee e acuminate.

Hanno piccoli denti ondulati e piccioli spessi. Schiacciate, emanano aroma di mandorle.

Si allarga fino a formare siepi.

Altezza: fino a 6 m.