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Melo selvatico
Sebbene il suo frutto sia piccolo, aspro e duro, l'umile melo selvatico è l'antenato di tutti i meli coltivati, quali 'Granny Smith', 'Stark Delicious' e molte altre varietà familiari. Secoli di selezioni e di miglioramenti hanno creato un'importante industria alimentare che si regge sul melo coltivato, ma il melo selvatico ha ancor oggi un suo ruolo, giacché può fornire portinnesti sui quali vengono innestate le varietà coltivate.
Dal melo selvatico è stata anche ottenuta tutta una serie di meli ornamentali, che vengono piantati nei parchi e nei giardini per le loro belle fioriture bianche o rosa, e per i frutti di dimensioni e colori diversi, ma sempre molto decorativi. Nonostante il suo sapore aspro, il frutto viene usato per marmellate, conserve e vino, ed è anche ricercatissimo dagli uccelli. In passato il succo di mele fermentato, o sidro, era considerato un ottimo rimedio per scottature e distorsioni.
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Il legno di questo albero, come quello del melo coltivato, e eccellente sia per intagli sia come legna da ardere.
Il melo selvatico è presente in tutt'Italia nei boschi, lungo le pendici soleggiate e nelle siepi. Allo stato selvatico presenta spine che sono state eliminate dal melo coltivato.
Il melo selvatico cresce in boschi, macchie e siepi. Si sviluppa da semi lasciali cadere dalle persone o dagli uccelli.
In autunno il frutto assume sfumature rosse.
Le foglie sono alterne, con apici acuminati. Le pagine inferiori sono lisce, non tomentose come nei meli coltivati.
Il melo coltivato ha fiori più rosei.
Numerosi meli coltivati hanno avuto origine dal melo selvatico.
Il melo selvatico è un albero cespuglioso, che raramente supera i 9 m; il nome inglese del melo ornamentale 'Crab' deriva dalla parola norvegese skrab, stentato.
La corteccia bruna si sfalda in placche.