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Pioppo ibrido
È il pioppo più largamente coltivato in Italia. Derivato dall'incrocio del pioppo nero (P. nigra) con il pioppo nero americano (P. deltoides), presenta, esaltate, le caratteristiche di rapido accrescimento e di buona produzione legnosa dei genitori. Frutto di lunghi lavori di selezione, gli ibridi coltivati sono molti e differiscono assai poco per le caratteristiche morfologiche e in maniera più rilevante per i valori di incremento legnoso, le esigenze colturali, la adattabilità ai diversi tipi di terreno. Oggi, quindi, con la denominazione di "pioppi ibridi" o "pioppi euroamericani" si definisce un gruppo di varietà selezionate, detti cloni, moltiplicate solo per talea in modo da mantenere inalterate le caratteristiche favorevoli.
In Italia, i pioppi ibridi sono coltivati un po' ovunque, su terreni freschi e profondi; la zona, però, maggiormente interessata è la Pianura Padana, dove i pioppi vengono allevati in filari lungo i corsi d'acqua e lungo i margini dei campi (coltura di ripa), o in pioppeti, trattati con le stesse cure colturali destinate a una coltura agraria (coltura specializzata). I pioppeti, nei primi anni, vengono in genere associati a colture erbacce come medica, trifoglio, frumento.
Il legno viene impiegato per la produzione di pasta da carta, fiammiferi, imballaggi, compensati, mobili.
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Le foglie possono avere forme diverse.
I pioppi ibridi sono diffusi in tutt'Italia lungo le rive dei corsi d'acqua o in colture specializzate.
Le foglie sono troncate, cuoriformi alla base, nettamente dentate, con due grosse ghiandole alla base della lamina; hanno consistenza coriacea.
Raggiungono i 10 cm nei rami giovani.
I fiori sono disposti in amenti e compaiono da marzo a maggio; gli amenti maschili sono lunghi fino a 10cm, quelli femminili fino a 20 cm.
Il fusto è diritto e slanciato.
Altezza: può raggiungere e a volle superare i 30 m.
La corteccia verdastra si screpola in placche.