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Spino cervino
Questo arbusto, diffuso in tutta l'Italia su suoli sassosi e calcarei, è usato come pianta ornamentale da siepe o per consolidare terreni franosi. Lo si incontra, sporadico, nei boschi e negli arbusteti. Diventa appariscente quando sugli arbusti femminili maturano le drupe nere e asprigne.
I germogli dello spino cervino sono di due tipi: lunghi, con crescita protratta, e corti, portanti fascetti di foglie, fiori e frutti. I germogli più corti, che rassomigliano alle corna di un cervo, possono essere all'origine del nome "spino cervino".
Un tempo, lo sciroppo ottenuto con i frutti dello spino cervino era usato come purgante. Anche la corteccia ha le stesse proprietà, ma troppo violente e, con la scoperta della meno energica cascara, l'uso venne abbandonato. I frutti sono tossici.
L'alburno è giallo e il durame rosso-brunastro. Oggi il legno non trova impieghi - se non, talvolta, in lavori di tornio e di intarsio -ma, nell'età del ferro, veniva tagliato e usato insieme con altro legno, per esempio quello di quercia, per ottenere la carbonella necessaria alla fusione dei metalli. In passato, con i frutti si produceva il "verde vescica", un colore apprezzato dagli acquarellisti. Anche la corteccia veniva usata per tingere di giallo le stoffe.
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Lo spino cervino è un arbusto o alberello piuttosto comune nelle siepi, nei boschi e nelle macchie su suoli calcarei.
Fiori verde-giallognoli sbocciano su piccoli germogli in maggio. I fiori maschili e quelli femminili si sviluppano su alberi separati.
La larva di Gonepieryx rhamni si nutre dello spino
cervino.
Le foglie sono opposte o alterne, su lunghi germogli, ma crescono in fascetti sui germogli più corti.
I margini sono finemente dentati. Le nervature si incurvano verso l'apice della foglia.
Questo arbusto o piccolo albero è molto ramificato e spinoso. Il fogliame compatto cresce molto vicino al terreno.
La corteccia è scabra e squamosa.
Altezza: fino a 5 m.
Le drupe nere e rotonde sono disposte in racemi su piccoli germogli. I rametti sono spinosi.
