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Ligustro
La specie di ligustro che cresce spontanea in Italia, cioè L. vulgare, era anch'essa usata per siepi e nei giardini. Non dava, però, risultati soddisfacenti dato che perdeva, in inverno, tutte le foglie. Quando L. ovalifolium, a foglie semipersistenti, venne introdotto, nel secolo XIX, sostituì ben presto l'altra specie.
Il ligustro forma barriere protettive fitte e molto efficaci, però non è ornamentale, se non nelle varietà coltivate a foglie dorate o argentee. La varietà 'Aureum' viene spesso impiegata per ornare i davanzali delle finestre. Tollera terreni anche poco ricchi, e può essere tagliata abbondantemente in qualsiasi epoca. Si riproduce sia per seme sia per talee che radicano molto facilmente. Un'altra specie, originaria della Cina, L. lucidum, si presenta sotto forma di alberello assai attraente.
Il ligustro comune, L. vulgare, più piccolo e con foglie più strette, è ancora frequente nelle siepi e nei boschi, particolarmente su terreni calcarei. Il decotto di foglie di questa pianta, per le proprietà astringenti e vulnerarie, era usato tradizionalmente per gargarismi atti a combattere i gonfiori, gli ascessi e le ulcerazioni della bocca e della gola. Le bacche blu-nere sono tossiche; venivano, un tempo, adoperate per ottenerne particolari tinture.
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Il ligustro è uno dei più comuni arbusti usati per le siepi dei giardini; è rustico e si coltiva facilmente.
I fiori bianco opaco formano, in luglio, una fitta pannocchia. Le foglie lisce, verdi e lucide, sono intere e opposte, a base cuneiforme.
I frutti sono bacche rotonde, nere e lucenti.
Varietà coltivate come la aurea (L. ovalifolium 'Aureum') e la argentea (L ovalifolium 'Argenteum') conferiscono colore alle siepi.
Il fiore ha quattro petali, saldati a formare una lunga corolla a tubo.
Questo arbusto a foglie semipersistenti perde gran parte delle foglie
quando il tempo è freddo e l'atmosfera inquinata. Altezza: circa 3 m
