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Cipresso di Monterey
Questo cipresso fu introdotto in Europa, nel 1838, dalla California occidentale, e venne usato soprattutto come siepe o frangivento. Il nome macrocarpa, che significa "a frutti grossi", deriva dal confronto con gli altri cipressi americani. I galbuli del cipresso di Monterey sono però più piccoli di quelli del nostro cipresso. A volte, viene danneggiato e anche ucciso dalle gelate, ma resiste ai venti salati. Sulla penisola di Monterey, in California, l'albero è caratteristico di una stretta zona che si trova tra la spiaggia e l'area occupata dal pino insigne. Alcuni degli esemplari più vecchi vengono sagomati in modo pittoresco dal vento. Analogamente al pino insigne, il cipresso di Monterey cresce bene in Africa e in Australia, dove costituisce una importante fonte di legname. Il legno fragrante e giallastro risulta di buona qualità, ma è ottenibile in Italia solo in piccoli quantitativi. Il cipresso deve essere trapiantato dal vivaio da giovane giacché, come i pini, tende a sviluppare un lungo fittone, che viene facilmente danneggiato nei trapianti. Le piante allevate in contenitori risolvono questo problema. I giovani alberi vanno sorretti con un sostegno in quanto il vento, facendo leva sul fogliame, potrebbe piegare l'albero sino a renderlo pericolante. Poiché resiste ai venti salmastri, quest'albero è uno dei più adatti per le coste marine e per i litorali.
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I piccoli fiori maschili, ovali e gialli, compaiono alla fine della primavera.
Da giovane, il cipresso di Monterey ha una sagoma stretta ed eretta, e una chioma appuntita.
Si fa più espanso col passare degli anni.
Altezza: fino a 30 m e più
I galbuli sono grandi, con squame coriacee e bitorzolute; le foglie sono molto piccole.
Il colore opaco e dorato della cultivar 'Lutea' forma, in un giardino, un bel contrasto con il verde più scuro delle altre piante.
La corteccia, bruno-gialla, ha lunghe scanalature