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Pino domestico
Questo albero, detto anche pino da pinoli, è tipicamente mediterraneo; non è però certo che sia spontaneo in Italia, dove è ormai presente da lunga data e diffuso con la coltivazione. Oggi è frequente lungo le coste, in pinete belle e famose, come quelle di Migliarino e S. Rossore, in Toscana, o come quella di Ravenna, già descritta da Dante come "la divina foresta spessa e viva". Il pino domestico predilige suoli sciolti, sabbiosi, in prossimità del mare; raramente lo si trova anche nell'entroterra e ad altitudini di 500-600 m. Viene anche usato come ornamentale per la sagoma caratteristica ed è diffuso nelle alberature stradali delle località marine.
In Italia, l'albero viene coltivato soprattutto per i pinoli, che vengono mangiati freschi o arrostiti o usati per preparare dolciumi.
La raccolta dei coni viene effettuata da ottobre e per tutto l'inverno; i coni vengono poi mantenuti in mucchi e, da maggio, distesi al sole fino a che le squame liberano i pinoli.
Il legno, rossiccio e venato di scuro, è poco pesante e poco resistente; non è quindi molto ricercato. Prodotti di secondaria importanza sono la resina e la corteccia, da cui si estrae il tannino. Insetti sono stati trovati, perfettamente conservati, in pezzi di resina di pino dove erano rimasti intrappolati migliaia di anni fa.
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Questo pino dalla forma curiosa, tipico delle regioni mediterranee, è frequente in Italia lungo i litorali.
I coni sono grandi, pesanti e globosi e maturano in tre anni.
Gli aghi sono lunghi e in fascetti di due, verde scuro e sparsi. I fiori maschili dorati si schiudono da aprile a giugno.
Il cono maturo disperde semi tozzi, che contengono un pinolo commestibile.
La chioma insolitamente larga e piatta sopra un tronco alto e spoglio e i rami assurgenti, disposti a raggiera come le aste di un ombrello, danno a questo albero il nome di "pino a ombrella".
Altezza: fino a 30 m
La corteccia marrone chiaro si fessura in placche.