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Pino marittimo
Questo albero è spontaneo in Italia lungo le coste del Tirreno; altrove è stato introdotto. Nonostante il suo nome comune, è specie che solo di rado si spinge fino sulle rive del mare, preferendo stazioni di collina e di bassa montagna. È particolarmente abbondante in Toscana, dove risale la valle dell'Arno fino a Firenze, e dove caratterizza, assieme al cipresso, vasti lembi del paesaggio collinare. Preferisce i terreni silicei e sciolti, pur essendo abbastanza adattabile. Resiste alla salsedine meglio del pino domestico, per cui può servire per formare fasce di protezione lungo i litorali.
È una specie a crescita notevolmente rapida, che si espande spontaneamente con grande vigore nelle zone in cui clima e terreno le sono favorevoli; per questo viene largamente usata per rimboschimenti nel nostro Paese, nel Meridione, anche fino ad altitudini considerevoli. Per la sua grande capacità di disseminazione è in grado di ricrescere rapidamente dopo gli incendi.
Il legno del pino marittimo è tenero e si può impiegare per gli scopi più diversi: dalla produzione della carta ai lavori di falegnameria. Questa specie è utilizzata anche per l'estrazione della resina, che produce in quantità maggiore di tutti gli altri pini; la pratica della resinazione è però dannosa per la qualità del legname.
Questo pino ama i terreni sciolti; nelle zone marine, può assumere forme "a bandiera" a causa del vento prevalente.
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I fiori maschili sono gialli; quelli femminili, rossi, sono raggruppati attorno alla gemma terminale.
Negli alberi più vecchi, il lungo tronco spoglio porta una chioma dai rami largamente spaziati.
Altezza: fino a 30 m.
I robusti aghi grigio-verde sono raggruppati a due a due, e sono più lunghi di quelli di qualsiasi altro pino ad aghi disposti a coppie. I lunghi coni sessili sono raggruppati e persistono per molti anni sui rami.
La corteccia è bruno-rossastra, fessurata in placche.