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Questa specie viene distinta in due varietà: la varietà contorta, a portamento prostrato, assai simile al nostro pino montano, diffusa sulle coste del Pacifico dell'America settentrionale; e la varietà latifolia, che ha invece portamento arboreo e può raggiungere 24 m di altezza.
Quest'ultima varietà è molto diffusa nella parte settentrionale delle Montagne Rocciose (Stati Uniti), dove forma vaste foreste. È anche usata per rimboschimenti nell'Europa settentrionale e come specie preparatoria nei terreni aridi. La varietà contorta, date le sue dimensioni ridotte, ha soltanto valore ornamentale, come il nostro pino montano.
Nella sua terra di origine, questa conifera era usata dai Pellerossa come palo di sostegno per le loro grandi tende comunitarie.
Il cono di questa specie è interessantissimo in quanto rappresenta uno degli accorgimenti per assicurarsi la sopravvivenza, in natura. Infatti rimane chiuso per anni e soltanto col calore di un incendio le squame si aprono liberando i semi che, cadendo a terra, germineranno e colonizzeranno di nuovo le zone arse dal fuoco.
Questa specie, con entrambe le sue varietà, è poco diffusa in Italia, dove ha importanza più che altro come curiosità botanica. Questo pino non è molto diffuso nel nostro Paese, la varietà latifolia ha portamento eretto e slanciato.
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Le larve di Panolis flammea spogliano le piantagioni.
Gli aghi a coppie sono corti, verde-giallognoli e ritorti. I coni, raggruppati, rimangono a lungo sull'albero e diventano marroni a maturazione. Questo pino cresce con portamento eretto anche su suoli torbosi, umidi e poveri.
Altezza: fino a 24 m.
P. contorta var. latifolia ha foglie più lunghe, meno fitte e di un verde più brillante.
La corteccia si fessura in scaglie suberose.
I fiori maschili crescono alla base del germoglio dell'anno in corso, i fiori femminili all'estremità, sotto le gemme, che sono resinose.