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Pino nero
Questo albero deve il suo nome alla chioma fitta di colore verde scuro, quasi nera, che lo contraddistingue. È presente in Austria, e si parla quindi di P. nigra ssp. austriaca, e, in Italia, sulle Alpi orientali e in Abruzzo. Il pino nero abruzzese, o pino di Villetta Barrea, si diversifica notevolmente dal pino nero d'Austria e costituisce, per taluni botanici, una varietà a esso assai affine. Il pino nero è una pianta rustica, che resiste bene alla siccità, al vento e al gelo; non è molto esigente in fatto di terreno e si adatta a vivere un po' ovunque. Perciò viene spesso impiegato come specie transitoria nei terreni degradati, di cui migliora sensibilmente lo stato di fertilità. Spesso si è però abusato di questa conifera, ricorrendo al suo impiego anche in condizioni climatiche inadatte. In genere, per gli ambienti più siccitosi si ricorre con maggiore successo al pino laricio o al pino di Villetta Barrea. Come albero ornamentale si è dimostrato molto valido. Può sopportare i venti carichi di sale e l'inquinamento dovuto all'industria, perciò viene spesso piantato come frangivento o come schermo intorno agli stabilimenti.
Il legno ha alburno chiaro e durame bruno; è tenero, ricco di resina. È adatto per lavori edilizi e per la produzione di carta. Il pino nero spicca tra gli altri alberi per il fogliame denso e scuro. È utile se piantato come frangivento.
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I fiori femminili rossi sono in coppie; quelli maschili gialli, raggruppati in coni acerbi sono verdi e allungati. A maturità diventare grandi, marroni e arrotondali. Impiegano due anni e mezzo per maturare.
Quest'albero ha aspetto compatto e rami pesanti.
Altezza: fino a 30 m.
Gli aghi lunghi e geminali sono pungenti, rigidi e di struttura più ruvida di quella degli altri pini. Sono raggruppati in caratteristici verticilli sui rametti.
La corteccia, grigio scura o quasi nera, è scanalata.