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Metasequoia glyptostroboides

Sino al 1945. M. glyptostroboides era nota agli scienziati soltanto per i resti fossili trovati, e si riteneva che si fosse estinta all'Era del Pliocene, terminata circa 2 milioni di anni fa. Poi, in Cina, nelle province di Hepeh, i botanici trovarono più di 100 grossi esemplari vivi e vegeti, che erano sfuggiti all'attenzione dei ricercatori europei di piante nel secolo XIX. Più tardi, molti altri esemplari vennero scoperti nella stessa regione.

Grazie agli sforzi dell'Arnold Arboretmn. negli Stati Uniti, i semi di questi alberi vennero raccolti ncll'Hepen e distribuiti ai botanici dell'America settentrionale e dell'Europa. In Italia, i primi semi vennero fatti germinare nel Giardino Botanico Borromeo, nell'Isola Madre del Lago Maggiore. Si scopri che questo albero si può facilmente riprodurre per talea e ora viene ampiamente coltivato per le sue qualità decorative.

Siccome l'albero è di recente introduzione, si sa poco delle proprietà del suo legno, e non sono molti gli esemplari già abbastanza vecchi da produrre fiori e coni. È una delle poche conifere che in autunno si spogli dei suoi aghi. Le gemme di M. glyptostroboides sono particolarissime: compaiono infatti sono i rami invece che all'ascella degli stessi.

Migliaia di secoli fa. M. glyptostroboides copriva la maggior parte del mondo: oggi si sta nuovamente diffondendo.

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I rametti sono opposti e binati.

Il germoglio è verdastro e i coni verdi globosi o cilindrici su lunghi peduncoli.

Gli aghi sono più larghi di quelli del cipresso calvo [Grandezza naturale]

I rami sparsi diretti verso l'alto, formano un albero conico e stretto.

Rametti e aghi, in autunno, cadono.

Altezza fino a 20 m.

Prima di cadere, in autunno, gli aghi diventano bruno-ruggine agli

apici.

Tronco scanalato, corteccia rossastra e squamosa.