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All'inizio del secolo XIX, più di un collezionista di piante europeo ha rischiato la morte per malattia, incidenti o a motivo dell'ostilità degli abitanti della Cina occidentale. Il francese Jean Marie Delavay (1834-95) fu tra i più sfortunati. Era un missionario gesuita, ricercatore entusiasta di nuove piante. Subì una paralisi del braccio destro e si ammalò di peste bubbonica, dalla quale non si riebbe mai completamente, ma non rinunciò alla sua ricerca e continuò a raccogliere piante sino alla morte, avvenuta per l'appunto in Cina. Delavay inviò ai botanici di Francia migliaia di esemplari di piante attentamente seccati, nonché semi e giovani piante vive, ma anche in quest'attività la sua sfortuna continuò. Molti degli esemplari seccati si rovinarono dopo il loro arrivo, perché non ricevettero le dovute cure, e quasi tutte le piante vive morirono, perché trattate come piante da serra.
A. delavayi cresce nelle regioni montane della Cina, ad altitudini tra i 3.000 e i 3.400 m. I suoi attraenti coni blu e la parte sottostante degli aghi, che è bianca, lo rendono assai apprezzato come pianta ornamentale. Una delle varietà più comunemente coltivata, forrestii, fu cosi chiamata dal nome di uno dei successori di Delavay, lo scozzese George Forrest (1873-1932).
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L'ornamentale A.delavayi si adatta bene al clima montano, ma può essere danneggiato da gelate tardive.
Le estremità arrotolate degli aghi li fanno curvare all'esterno del rametto. Le pagine inferiori sono bianche. I fiori maschili sono rossastri, quelli femminili blu.
I rami, separati da porzioni di fusto, danno a questo albero una forma piramidale.
Un verticillo e la porzione di fusto sovrastante corrispondono alla crescita annuale.
Altezza: fino a 20 m.
Abies delavayi var. forrestii
In questa varietà, gli apici delle brattee sporgono tra le squame del cono. Gli aghi sono meno accentuatamente curvi.
I coni cilindrici, blu-inchiostro, compaiono precocemente nella vita dell'albero.
Le brattee non sporgono tra le squame.
La corteccia è liscia e di color grigio scuro.
