💾 Archived View for caiofior.pollux.casa › nemus › 1391_Abies%20homolepis.gmi captured on 2024-08-31 at 16:51:35. Gemini links have been rewritten to link to archived content

View Raw

More Information

⬅️ Previous capture (2023-05-24)

-=-=-=-=-=-=-

Abies homolepis

Abete di Nikko

Un oculista bavarese di nome Philipp Franz von Siebold fu il primo europeo, nel 1854, a trovare e a classificare l'abete di Nikko. P.F. von Siebold era alle dipendenze della Compagnia olandese delle Indie, in Giappone, in un'epoca in cui il Paese stava avviando cauti contatti con l'Europa. Per la sua abilità nel curare le cateratte e altre malattie degli occhi, von Siebold ebbe il permesso di visitare regioni allora vietate ad altri Europei, e potè perciò raccogliere e classificare molti fiori e alberi giapponesi.

Von Siebold inviò esemplari dell'abete di Nikko a un vivaio che aveva creato a Leida, in Olanda. Di qui, questa specie si diffuse in coltura e oggi si trova, se pure non di frequente, nei parchi e negli Orti Botanici del nostro Paese. Resiste all'inquinamento atmosferico e vive anche dove altre specie di abeti rischiano di morire.

La sagoma dell'abete di Nikko è talora irregolare a causa di polloni che crescono sul tronco. Essi provengono da gemme avventizie, che si sviluppano quando il quantitativo di luce che raggiunge l'albero improvvisamente si accresce, per esempio, a motivo dell'abbattimento degli alberi circostanti. Il legno di questa specie non viene usato commercialmente nemmeno in Giappone, dove di solito questo albero cresce in punti inaccessibili dei boschi.

Resistente all'inquinamento, l'abete di Nikko è adatto a sopravvivere nei nostri parchi cittadini.

wp-content/uploads/2021/09/fotografia_abies_homolepis.png

I corti aghi di A. homolepis sono eretti e formano un angolo quasi retto con il rametto. Sono verdi, superiormente e biancastri inferiormente.

Originario delle montagne giapponesi, questo abete ha forma triangolare.

Altezza: fino a 27 m

Gli aghi sono stretti alla base e hanno apici arrotondati.

I coni giovani, purpurei, trasudano resina bianca. Maturando diventano bruni. Le brattee sono nascoste.

La corteccia grigie diventa squamosa con l'età.