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Abies cephalonica

Abete greco

Essendo uno dei primi abeti a produrre nuovi germogli, l'abete greco è vulnerabile ai danni prodotti dalle gelate primaverili, ma, una volta attecchito, cresce con rapidità, ed è apprezzato per il suo valore ornamentale. Infatti, viene piantato in quei giardini in cui ci sia spazio per i suoi rami che si allargano dal tronco. L'abete greco fu introdotto come pianta ornamentale dalle regioni montagnose della Grecia meridionale. Nella terra d'origine, l'albero è oggi meno diffuso che in passato, a motivo delle devastazioni prodotte dagli incendi e dagli animali.

L'abete greco somiglia all'abete di Spagna per le foglie appuntite, che però non sono altrettanto rigide. Entrambi gli alberi crescono meglio su terreni calcarei e si incrociano naturalmente se piantati gli uni vicino agli altri. L'incrocio originario tra i due alberi, A. X vilmorini, fu prodotto nel 1868 impollinando i fiori dell'abete di Spagna con il polline dell'abete greco. L'albero risultante mostrava caratteri intermedi e piante di questa specie, prodotte per innesto, si trovano in vivai e Giardini Botanici. Il legno dell'abete greco è simile a quello di altri abeti, essendo tenero, non molto resistente, né durevole. L'abete greco, inoltre, per la sua ramificazione irregolare, ha molti nodi, che nel legname da lavoro non sono graditi.

L'abete greco, presente nei parchi e negli Orti Botanici, meriterebbe maggior diffusione poiché è molto ornamentale.

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Gli aghi sono lucidi, verde scuro sopra e biancastri sotto, con apici acuti e debolmente divaricati sotto il germoglio. I fiori maschili e quelli femminili crescono sul medesimo individuo.

Il cono, eretto, raggiunge una lunghezza di 15 cm.

Le brattee squamose sporgono e pendono verso il basso.

Questo abete ha chioma ampia ramificata. Pressoché conico, spesso ha la sommità appiattita.

Altezza, fino a 35 m.

La corteccia, brunastra, ha profonde fessure.