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Palma nana
Nota agli antichi, la palma nana viene ricordata da Teofrasto nella sua ''Storia delle piante". In Sicilia, a quanto dice Cicerone, prima dell'introduzione dei cereali, costituiva il principale alimento delle popolazioni. Se ne utilizzava il cuore, cotto come i cardi, e le parti sotterranee ridotte in farina. Grandi foglie sempreverdi formano una successione di cerchie, che persistono qualche anno prima di cadere, lasciandosi dietro i residui delle basi fogliari. I botanici classificano le palme come monocotiledoni, cioè piante che hanno solo un cotiledone all'interno del seme. Quasi tutti gli alberi dei climi temperati appartengono alla seconda grande divisione delle piante con fiori (Angiosperme), vale a dire quella delle dicotiledoni, dotate di due cotiledoni.
La palma nana, che è l'unica palma originaria dell'Europa, cresce selvatica sui pendii lungo la costa del Mediterraneo. In Italia, è ancora abbastanza frequente in Sicilia e Sardegna, ma certo meno che in passato, a causa della distruzione che se ne è fatta per ottenere la fibra per cordami e stuoie.
Il Trachycarpus fortunei, introdotto dalla Cina nel 1836 è più resistente della palma nana e può sopravvivere a gelate moderatamente intense. Vive bene sulle nostre coste.
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Il clima mite della Sicilia e della Sardegna favorisce la crescita di alberi termofili come la palma nana.
Le foglie fittamente segmentate della palma nana sono caratteristiche; allo stato selvatico è di solito una pianta di scarso sviluppo, ma coltivata può raggiungere un'altezza di diversi metri.
Le bacche brune ellittiche si trovano in grandi gruppi sugli alberi femminili.
Trachycarpus fortunei
Ciascuna delle foglie finemente divise di questa palma ha cinquanta segmenti. L'albero può essere piantato nelle regioni più miti d'Italia.
Altezza: circa 11 m.
Le foglie sono rigide e a ventaglio con 12-15 segmenti. I fiori crescono in pannocchie pendule.
Il tronco mostra le basi lacerate delle foglie cadute.