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Noce nero
Il noce nero è originario dell'America settentrionale ed è stato introdotto in Europa all'inizio del secolo XVIII. Quando un inverno particolarmente rigido aveva devastato gran parte dei noci coltivati in Europa, creando una carenza di legno nell'industria del mobile.
Il noce nero predilige i terreni freschi e fertili e i climi temperato-umidi, con estati calde. In Italia, è coltivato in genere in orti botanici e parchi, ma in molti Paesi europei, come Inghilterra. Germania, Iugoslavia, se ne è tentato, con risultati spesso soddisfacenti, l'allevamento come specie forestale. È un albero a rapida crescita, che consente quindi di ottenere una buona produzione legnosa.
Il legno è anatomicamente simile a quello del noce comune, ma ha un colore più scuro; è riccamente venato ed è stato anche per questo sempre molto apprezzato presso 1 mobilieri, soprattutto per impiallacciature; perse parte della sua importanza verso la metà del secolo XVIII, quando venne introdotto il mogano. In passato, il noce nero fu soprattutto utilizzato dalle fabbriche di anni per i calci dei fucili, dato che il legno ha una spiccata capacità di assorbire urti e rinculi, è molto liscio e non si scheggia.
Oggi molti mobili sono fabbricati con noce nero, che viene importato data l'insufficiente disponibilità del noce nostrale.
Il noce nero, originario dell'America settentrionale, si trova qualche volta nei giardini e nei parchi italiani.
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Il frutto verde e arrotondato contiene un endocarpo osseo rotondo e corrugato.
Le foglie, alterne, hanno 11 - 23 foglioline dentate; le più grandi sono nel mezzo, quella terminale spesso manca.
Fiori maschili in amenti e fiori femminili sbocciano
sullo stesso esemplare in maggio e all'inizio di giugno.
Il midollo diviso in setti nei rametti è tipico del genere Juglans.
Albero di rapida crescita, ha fogliame più compatto del noce.
Altezza: fino a 30 m.
La corteccia bruno scura ha larghe scanalature.
