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Flora d'Italia.
Noce
Il noce, originario dell'Asia Minore, fu importato a Roma dai Greci verso il 100 a.C, e di lì si diffuse in tutta l'Europa. I Greci lo chiamavano "noce reale" o "noce persica", nomi che riflettono la sua importanza e la sua origine. Del noce parlano i poeti latini Virgilio e Ovidio. Negli scavi di Pompei, sono state trovate noci carbonizzate, con i caratteri della varietà oggi coltivata a Sorrento. Molte superstizioni e miti sono legati al noce: la fantasia popolare vuole che le streghe si riunissero, di notte, sotto il noce di Benevento. La somiglianza del gheriglio col cervello umano portò alla convinzione medievale che la noce potesse curare le infermità mentali. Il Manzoni dedica a questa pianta alcune pagine che sono tra le più serene e delicate dei "Promessi Sposi", in cui fa narrare a Fra Galdino il miracolo delle noci. Il noce predilige i suoli freschi e fertili, ma teme sia il ristagno idrico sia un'eccessiva aridità del suolo.
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Per il suo portamento maestoso è utilizzato come ornamentale nei parchi.
Viene anche coltivato per il legno pregiatissimo e per il frutto, destinato al consumo fresco e all'industria dolciaria. Dal gheriglio si estrae un olio commestibile. Con i frutti immaturi si prepara un liquore, il nocino. Le foglie vengono usate per le proprietà medicinali e tintorie. Il noce è spesso piantato vicino alle case coloniche per i suoi frutti. In montagna, viene spesso danneggiato dal gelo.
Le giovani foglie hanno un colore bronzeo. I fiori maschili sono raggruppati in amenti; quelli femminili rimangono eretti sul ramo in gruppi di due o tre. Ciascuna foglia è composta di solito da 7 foglioline, che sono più grandi verso l'apice. Le foglie sono alterne. Il noce è un bellissimo albero a portamento espanso, con una larga chioma e grosse branche.
Altezza: fino a 30 m.
La verde drupa arrotondata contiene il familiare guscio increspato dalla noce.
La corteccia liscia e grigia ha profonde fessure.
