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Quercus cerris

Flora d'Italia.

Cerro

I boschi di cerro sono caratteristici di una fascia di vegetazione compresa tra i boschi collinari, dominati da roverella e carpino nero, e le faggete montane. Da tempi remoti, molte faggete sono state però sostituite dall'uomo con il castagno, che trova il suo ottimo climatico piti o meno alle stesse quote. Soprattutto nell'Italia settentrionale, i boschi di cerro sono oggi molto frammentari, limitati ai terreni calcarei, inadatti per il castagno; vaste cerrete ad alto fusto rimangono ancora nell'Italia centrale e meridionale.

Il cerro è di rapida crescita, ma il suo legname non è molto pregiato: è di difficile lavorazione e non resiste al marciume, come quello della farnia o della rovere, per cui deve essere trattato se si vuole impiegarlo per pezzi destinati a restare esposti agli agenti atmosferici. Il legno di migliore qualità proviene comunque dalle cerrete meridionali. La ghianda contiene molto tannino, per cui è poco appetita dai suini, a differenza di quella di altre querce.

Malgrado i non grandi pregi produttivi di questa specie, le cerrete meridionali meritano senz'altro di essere gestite con oculatezza, dato il loro mirabile adattamento all'ambiente e la protezione che offrono contro l'erosione del terreno. Per questo il cerro viene impiegato per rimboschimenti nell'Italia mediterranea.

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Questo albero, presente in quasi tutta l'Italia, assume una forma imponente guardo cresce isolato nei parchi.

Le foglie sono alterne, con margini lobati. Sono ruvide, verde scuro e lucide sulla pagina superiore. La base fogliare è provvista di stipole.

Le ghiande sono contenute in cupole a squame estroflesse e maturano nel secondo anno.

I fiori maschili pendono in amenti raggruppati. I fiori femminili sono piccoli e insignificanti.

Il profilo alto ed espanso di questa quercia la rende un bellissimo albero da parco.

Altezza: fino a 38 m.

La corteccia brunastra è fessurata e ruvida.