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Quercus pubescens

Roverella

La roverella è la quercia che caratterizza i boschi delle colline e della bassa montagna dalle Alpi alla Sicilia Nelle zone settentrionali occupa la fascia più bassa delle colline, fino a lambire la parte coltivata; in quelle centrali e meridionali, sostituisce il bosco mediterraneo a partire da tuia certa quota.

È una quercia molto frugale, che occupa le pendici più assolate e i suoli più superficiali, di accrescimento assai lento e limitato per cui è tradizionalmente governata a ceduo, per ottenere in breve tempo

legna da ardere e carbone. L'eccessivo sfruttamento dei cedui unitamente alla povertà dei terreni su cui la specie vive ha spesso

causato la degradazione di molti boschi di roverella ridotti, di frequente, allo stato di cespuglieti diradati. Se queste formazioni non venissero utilizzate per un tempo ragionevole ne guadagnerebbe certamente la protezione del suolo e, forse, a lungo termine, anche la produzione di legname.

La ghianda della roverella è stata usata tradizionalmente per l'alimentazione dei suini. I querceti da ghianda sono ancora diffusi nella Maremma toscana e nel Meridione. Del resto, la paleontologia ci ha indicato che le ghiande erano mangiate dagli uomini primitivi e, secondo la storia, furono utilizzate come cibo in tempi di guerra e di carestie.

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Grandi esemplari ad alto fusto di Roverella si trovano con una certa frequenza nei boschi e nei parchi.

La ghianda è allungata, protetta fino a quasi metà da una cupola a squame regolari, non molto rilevate.

Le foglie sono alterne, di forma ovato-allungata; il margine è diviso in 5-7 paia di lobi interi o sublobati.

Il picciolo è pubescente, come la pagina inferiore delle foglie

più giovani.

I fiori maschili sono disposti in amenti penduli mentre quelli femminili sono sessili o brevemente peduncolati, isolati o in gruppi di 2-4.

La roverella è un albero a chioma espansa e depressa con branche primarie nodose e robuste.

Altezza: fino a 35 m

La corteccia è di colore bruno-grigiastro e scabra.