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Sp. Olea europaea

Alberello, oppure (se cresce in ambiente naturale) arbusto con corteccia grigia e ramuli striati longitudinalm. Fg. opposte. Fi. 4meri in brevi pannocchie ascellari; corolla (4-5 mm) bianca; stami 2; drupa scura (oliva) 1-2 cm, oppure in piante coltivate lunga fino a 3.5 cm, alla raccolta più chiara e polposa.Steno-Medit.Lig., Pen., Sic, Sard., Cors. ed Is. minori: C; solo coltiv. al N nel TriesL, Montello, Bassano, Colli Eug., Garda, Prealpi Lomb. soprattutto sul L. di Como, C. Tic, Langhe; in molte di queste zone la coltura però è quasi abbandonata.Usi - Il tipo spontaneo (Olivastro) è un componente raro, ma caratteristico della fascia di vegetazione (Oleo-Ceratonion) più termofila che la lecceta; da questo è stato ottenuto per coltura l'Olivo coltivato, che è stato esteso entro tutta l'area della lecceta ed anche più in avanti (nelle Alpi qualche Olivo esiste ancora nei pressi di Merano e Bolzano!). L'Olivo inselvatichito tuttavia tende a regredire verso l'Olivastro ed assumerne il portamento. L'uso dell'Olivo è certo antichissimo (se ne trovano tracce in stazioni neolitiche); la coltura era nota a tutte le più antiche civiltà mediterranee ed è verosimile abbia avuto origine indipendente e parallela nelle diverse zone; da questo il permanere dell'Olilo come pianta o dell'olio negli usi religiosi presso diversi popoli mediterranei. Autori meno recenti (più autorevole fra questi il De Candolle) suppongono invece che l'Olivo ci venga dall'Oriente, ma a questo si oppone l'esistenza dell'Oleastro come pianta perfettam. inserita nella vegetazione naturale nella macchia termofila delle coste mediterranee, che sarebbe impossibile spiegare con piante inselvatichite; del resto l'Oleastro (o pianta molto simile ad esso) esisteva già nel Pliocene in Italia (resti fossili a Mongardino pr. Bologna). L'Olivo è estremamente longevo: sono noti individui la cui età pare superi il millennio; generalm. in questi casi il tronco principale tende a consumarsi al centro e frazionarsi in tronchi minori, che solo alla base mostrano l'origine comune. Con il suo tronco spesso inclinato o contorto, la chioma di forme eleganti ed il fogliame argenteo, l'Olivo è diventato un elemento fondamentale del più nobile paesaggio toscano, nel quale l'uomo ha inserito con mirabile armonia Poliveto, vegetazione colturale sempreverde, al posto della lecceta, che ne rappresentava l'elemento spontaneo. Da millenni presso i popoli mediterranei l'Olivo è simbolo augurale di pace e prosperità.

Diffusione

Piemonte

Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste

Lombardia

Veneto

Friuli-Venezia Giulia

Liguria

Emilia Romagna

Toscana

Umbria

Marche

Lazio

Abruzzo

Molise

Campania

Puglia

Basilicata

Calabria

Sicilia

Sardegna

Portamento

☨ Albero

Progressivo

2780

Autore

L.

Nome Italiano

Olivo (pianta coltivata) ovv. Oleastro (pianta selvatica)

Codifica numerica

6434001

Forma biologica

P caesp

Altezza

1-10 m

Tipo di vegetazione

Spontaneo e coltiv. in tutta l'area medit.

Altitudine

da 0 a 900 m

Fioritura

da Aprile a Giugno

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Scheda aggiornata

| 1 Rami giovani non spinescenti; fg. strettam. lanceolate o lineari-spatolate (1 x 4-7 cm), generalm. acute; fr. grandi; portam. arboreo. - Coltiv. su vasta scala (= var. sativa Hoffmgg. et Link) Sp. Olea europaea var. europaea

| 1 Rami giovani induriti e spinescenti; fg. lanceolate a ovali e orbicolari (1-2 cm), talora troncate o cuoriformi alla base, ottuse; fr. piccoli; portam. fruticoso o arbustivo. -Spontaneo soprattutto sulle coste in punti singoli dal Nizzardo al Napol ed in Puglia, più abbondante in Cal. e nelle Is., soprattutto in Sard. ( = O. oleaster Hoffmgg. et Link) Sp. Olea europaea var. sylvestris