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Il Parlamento Europeo vota oggi la relazione per eliminare l’uso dell’olio di palma non sostenibile nei biocarburanti. L’olio di palma è importato da paesi in Asia, Africa e nelle Americhe sia per l’industria alimentare che per l’autotrazione.
In un rapporto della Commissione europea viene usata la sigla “ILUC” per indicare i problemi legati alla produzione di biodiesel dagli oli vegetali: Indirect Land Use Change, uso indiretto del suolo che potrebbe paradossalmente aumentare le emissioni di anidride carbonica a causa del disboscamento del suolo necessario alla produzione dell’olio e dalla combustione dell’olio. Il disboscamento nelle aree tropicali ha un ulteriore effetto collaterale dovuto alla bonifica delle torbiere che emettono grandi quantità di anidride carbonica, un dato sottovalutato e poco conosciuto ma incluso negli studi europei che hanno condotto al documento oggi in votazione.
rapporto della Commissione europea
Europa: dalla palma d’argento all’abolizione
“L’Unione europea è a oggi il secondo consumatore al mondo di olio di palma” dice la componente della Commissione ambiente Kateřina Konečná che dopo la discussione di ieri in Plenaria proporrà oggi la relazione al voto. Se sarà votata, l’olio di palma che non abbia un certificato di sostenibilità sarà gradualmente abolito e non potrà più essere usato in UE dopo il
Secondo la European Palm Oil Alliance l’olio di palma costituiva nel 2015 quasi due terzi della produzione mondiale di oli di origine vegetale a fronte di una produzione di 3,8 tonnellate per ettaro contro le 0,5 t/ha della soia che fra gli oli vegetali consuma il maggior suolo al mondo. Il problema dell’olio di palma secondo i proponenti è che si va ad inserire nell’habitat tropicale, fondamentale per preservare la biodiversità ma ormai ridotto al 7% della superficie terrestre a causa dei disboscamenti per agricoltura e pastorizia e delle attività umane.
La presunta sostenibilità del biodiesel viene così messa in discussione come “cura peggiore del male” contro le emissioni di COUn ulteriore stimolo a ripensare l’idea stessa di mobilità e un’ulteriore spinta a considerare la bicicletta come l’unico mezzo in grado di abbattere le emissioni per i tragitti casa-scuola e casa-lavoro, magari combinato con il telelavoro considerando che il tragitto percorso in auto da parte degli italiani è di circa 30km al giorno.
Dalla strada al piatto
Report condusse l‘inchiesta "che mondo sarebbe senza..." nel 2015 e oggi mentre una buona parte dell’industria alimentare sta riorientando la produzione verso oli vegetali diversi dalla palma per venire incontro alla nuova sensibilità dei consumatori, come ad esempio Colussi e Barilla, la Ferrero ha lanciato una campagna pubblicitaria che promuove l’utilizzo dell’olio di palma nel proprio prodotto di punta, la Nutella.
inchiesta "che mondo sarebbe senza..." nel 2015
Il provvedimento del Parlamento Europeo potrebbe anticipare provvedimenti analoghi nel settore alimentare che getterebbe ulteriore benzina sul fuoco fra sostenitori e detrattori dell’olio di palma in tavola.
Verso una produzione sostenibile di olio di palma, Parlamento Europeo, 03/04/2017
Verso una produzione sostenibile di olio di palma
The land use change impact of biofuels consumed in the EU, 08/10/2015
The land use change impact of biofuels consumed in the EU
Produzione olio di palma, European Palm Oil Alliance
Che mondo sarebbe senza..., Report 2015
Destruction of Tropical Peatland Is an Overlooked Source of Emissions, World Resources Institute, 21/04/2016
Destruction of Tropical Peatland Is an Overlooked Source of Emissions