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Sono passati vent’anni dalle inchieste di Ilaria Alpi e a Miran Hrovatin e il commercio di rifiuti speciali verso l’Africa che costò loro la vita non si è fermato. Nella trasmissione Rai Presa Diretta Riccardo Iacona ha visitato l’immensa discarica di rifiuti elettronici a Agbogbloshie, in Ghana, dove i rifiuti occidentali ridiventano materie prime in spregio alle più basilari precauzioni ambientali.
Nel documentario del giornalista Rai una discarica di rifiuti si staglia sul mare le cui onde diventano man mano più scure all’avvicinarsi della battigia. Un’umanità strappata alle campagne raccoglie, apre, frantuma dispositivi elettronici zeppi di sostanze cancerogene a cielo aperto e senza protezione alcuna in una vera e propria economia del riciclo senza scrupoli ai danni dell’ambiente sotto gli occhi compiacenti delle autorità.
Se un giudice della capitale Accra dovesse scendere in strada gli basterebbero 8 minuti a piedi per raggiungere la prima discarica a cielo aperto sul mare partendo dal modernissimo palazzo di giustizia da 42 aule. Costruito da un’impresa cinese e inaugurato dal presidente del Ghana John Dramani Mahama nel 2015, che scelse come tema del discorso inaugurale la lotta alla corruzione.
Lungi dall’essere un fenomeno criminale comune, Agbogbloshie è un sistema economico di scambio fra salute e ambiente in cambio di profitti e sviluppo. Sistema a cui il giornalista Mike Anane si oppone:
“Ogni mese ci sono più di 500 container carichi di spazzatura elettronica che arrivano in Ghana da diverse parti del mondo – dice l’attivista intervistato da Iacona – principalmente dai paesi industrializzati. In questo affare girano tanti soldi.”
Anane raccoglie informazioni sulla provenienza dei rifiuti elettronici ed è arrivato a scoprire che persino gli enti di regolazione come l’EPA, l’agenzia di protezione ambientale degli Stati Uniti e l’equivalente agenzia olandese hanno smaltito in Ghana i rifiuti elettronici provenienti dai propri uffici.
“Ho ricevuto tante telefonate di minacce … Mike smetti di fare quello che fai … telefonate anonime. Ma non mi spaventano, anche se so che dietro ci sono grandi organizzazioni criminali. Perché dobbiamo fare la cosa giusta. Dobbiamo salvare l’ambiente, proteggere la salute pubblica, salvare i nostri pescatori e difendere l’oceano e la nostra stessa sopravvivenza.”
Cosa possiamo fare
In Italia il sistema di raccolta RAEE soffre di lacune anche informative da parte dei consumatori e dei rivenditori.
Da luglio dello scorso anno i grandi rivenditori sono obbligati a ritirare piccoli apparecchi usati con la formula “uno contro zero”. Per buttare via un telefonino o un piccolo elettrodomestico basta andare in una grande catena di elettronica e consegnare il vecchio apparecchio senza bisogno di acquistarne uno nuovo.
Per i grandi elettrodomestici vale invece ovunque l’uno contro uno, il ritiro del vecchio elettrodomestico all’acquisto di uno nuovo senza spese, perché il contributo RAEE è già stato pagato all’acquisto del nuovo.
È sempre possibile consegnare alle isole ecologiche gli apparecchi elettronici e tutti i rifiuti non diversamente differenziabili cercando il centro più vicino su questa mappa.
cercando il centro più vicino su questa mappa
La discarica di Agbogbloshie, Presa Diretta 6/2/2017, 22’ 58’’, Raiplay
President inaugurates New Court Complex, ghana.gov.gh
President inaugurates New Court Complex
Ghana: President Inaugurates Court Complex Built By Chinese Company, 15/10/2015
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Rifiuti RAEE: video inchiesta di Greenpeace spinge l'UE a occuparsi del caso, 9/3/2011, Greenpeace
Rifiuti RAEE: video inchiesta di Greenpeace spinge l'UE a occuparsi del caso
Isole ecologiche mappa, ecolamp
https://web.archive.org/web/20170207000000*/http://www.ecolamp.it/centri-raccolta/
https://web.archive.org/web/20170207000000*/http://allafrica.com/stories/201510150239.html
https://web.archive.org/web/20170207000000*/http://www.ecolamp.it/centri-raccolta/