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Mi sembra incredibile, ma sono riuscito a scrivere una serie e raggiungere il terzo episodio!
Come al solito, “Cose dall’ultima volta” è uno spazio dove scrivo delle cose che ho visto, ascoltato e letto, senza schemi particolari od obblighi. Viene redatto un po’ alla volta, man mano che ho voglia apro il file e parte il flusso di coscienza che, salvo per qualche aggiustatina qui e lì, viene poi caricato così com’è.
Questo file viene aperto il 13 febbraio 2021, un sabato, alle 18:32, perché non ho voglia di scrivere codice.
Invece è tutta una bugia! Mai fidarsi! Ho cancellato tutto e ricominciato questo file a fine marzo! >.<
Ci sto impiegando più del solito per comporre questo file. Non è che non stia leggendo nulla, è che mi sono concentrato su un paio di progetti personali (la versione 1.6 di gmid e telescope, un browser ed una libreria per Gemini), e ho avuto poco tempo per scrivere altro.
(per non rimandare ancora la pubblicazione, niente screenshot per il momento. Modificherò il post in seguito per aggiungerle però!)
modifica 11 aprile: aggiunte le foto. È stato difficile scegliere.
Kaguya vs le spunte di visualizzazione
Oshi no Ko mi sta appassionando talmente tanto che mi sta facendo incuriosire sugli altri lavori dell'autore, Akasaka sensei. Quindi ho deciso di iniziare a leggere Kaguya-sama (di cui avevo già visto l'anime.)
Partiamo con un dato di fatto *oggettivo*: Kaguya-sama è un piccolo capolavoro.
Il fondamento della trama, almeno per una lunga parte iniziale, è una “guerra” tra i due protagonisti, il presidente del consiglio studentesco Miyuki Shirogane e la sua vice, Kaguya Shinomiya, nella quale ognuno dei due cerca di spingere l'altro a confessarsi. I due personaggi hanno i loro motivi per agire in questo modo, che verranno spiegate a tempo debito, ma le loro azioni unite ad un gruppo di personaggi secondari sempre piu' numeroso porta a situzioni incredibilmente comiche e memorabili.
Un pregio particolare di questo manga, secondo me, è proprio la gestione e l’attenzione ai personaggi. Si apre con solo tre protagonisti, oltre al presidente e alla vice troviamo anche la segretaria Chika Fujiwara, ma pian piano si aggiungono, un po' alla volta, vari personaggi più o meno secondari e terziari, diversi e ben caratterizzati, andando a creare un bel mix. Non tutti i personaggi secondari saranno sempre presenti (non sarebbero secondari altrimenti), ma nessuno viene dimenticato solo per essere riscoperto qualche centinaia di capitoli dopo (*coff coff* come Mami su kanokari *coff coff*). Persino gli archi dedicati ai personaggi secondari sono interessanti, divertenti e addirittura toccanti!
Altro pregio e come l'autore spezzi la tensione ed alleggerisca alcuni archi inserendo qui e lì alcuni capitoli particolarmente divertenti, come la serie di episodi su Chika e imperatori del ramen.
È pure presente una buona dose di auto-ironia, che non guasta mai! (in un paio di capitoli il manga si prende in giro da solo, essendo un romcom seinen senza alcun tipo di componente ecci.)
In conclusione, considero Kaguya-sama un piccolo capolavoro, un romcom seinen assolutamente consigliato, il cui unico difetto è quello di essere ancora in serializzazione ed obbligarmi ad aspettare un'intera settimana tra un capitolo e un altro!
(P.S.: una cosa che ho scoperto da poco, ed è dovuta alla mia ignoranza in materia, è come alcuni personaggi di questo manga, nonchè alcune vicende, siano riferimenti dal “racconto di un tagliatore di bambù” (Taketori monogatari), un racconto popolare giapponese datato al X secolo.)
“To borrow Oshino’s words,”, Senjogahara continued, ignoring my questions. “Say we take a certain fact: two people observe it according to their points of view and reach different conclusions. In such a case, there’s no true way to determine which point of view is the right one—there is no way to prove yourself right in this world.”
“…”
“But it’s equally wrong to determine that you must be mistaken in that case—according to him. He really does talk like he sees through everything, doesn’t he?”
I hate it, she said.
(attenzione, ho fatto un po’ un miscuglio tra monogatari la serie di romanzi e l’anime tratto da essi. Meritano entrambi. No spoiler)
Ho questa strana tendenza ad affezionarmi agli studi di produzione degli anime. Mi è addirittura capitato di guardare alcune serie solo perché sono state realizzate da un certo studio piuttosto che da un altro (non è ovviamente l'unico motivo). A pensarci meglio, forse non è una cosa completamente stupida, conosco diverse persone che, magari, decidono di vedere un film perché è stato realizzato da un certo regista o perché è presente un certo attore. Non credo sia assolutamente sbagliato, quando si decide come sfruttare il proprio tempo, prendere in considerazione alcuni aspetti che potrebbero sembra esterni ad un'opera per decidere se valga la pena guardarla oppure no. È un modo come un altro. Ovviamente sarebbe un po’ triste se fosse l’unico, perché si perde un po’ il divertimento e la sorpresa insiti nel guardare qualcosa di cui non si sa nulla, ma in certi casi ci può stare.
Ad ogni modo, che decida di guardare una serie per un motivo specifico o per capriccio, una cosa a cui faccio spesso attenzione è lo studio di produzione di un anime.
Ci sono quindi alcuni studi a cui, forse in modo sbagliato, mi sento particolarmente affezionato. Uno di questi studio è, come comprensibile dall'argomento, lo studio Shaft. La Shaft è stata in grado di produrre alcune tra le serie più strane e particolari che abbia mai visto, come Zetsubou Sensei, Kubikiri Cycle, Puella Magi Madoka Magica e, in particolare, la serie Monogatari.
Monogatari, letteralmente "storia" in giapponese, è una serie di light novel scritte da Nisio Isin ed incentrate sul sovrannaturale.
Mi è difficile presentare l'idea di Monogatari: ci sono alcune “stranezze” nella realizzazione della serie che sono decisamente poco atte ad essere descritte e andrebbero decisamente viste. Il modo di intercalare tavole di scritte alle scene è una queste, ma anche i famosi “headflip” dei personaggi, o le architetture oniriche dei fondali, i dialoghi magistralmente scritti e via discorrendo. Mi è facile perdermi quando provo a parlare di monogatari. Ma comunque.
La storia ruota attorno a Kyomi Araragi e ad alcuni problemi che lui o altri personaggi vanno ad incontrare. La fonte di questi “problemi” è tratta dal mondo del sovrannaturale, dalle leggende del folclore giapponese che vengono mischiate con miti più occidentali, il tutto trattato a più livelli di profondità: l'autore, infatti, fa largo uso di metafore che accompagnano i vari archi e raramente la soluzione di un problema risulta fine a se stessa. Le varie disavventure che capitano ai personaggi sono spesso legate ad aspetti della loro personalità, della loro psiche, e toccano contemporaneamente aspetti del protagonista stesso, quindi ogni arco narrativo risulta essere tanto una sorta di avventura, quando un'occasione di crescita per diversi personaggi, il tutto condito da battute, discorsi più o meno seri, e tanti, tanti dialoghi stupendi.
(rileggendo mi sono accorto di aver omesso una parola abbastanza importante, ovvero “significato”. Una delle cose che apprezzo di più di monogatari è come venga dato un significato ai vari avvenimenti, tutto abbia una causa e avvenga per un certo motivo.)
Spero che le frasi precedenti abbiano un minimo di senso almeno, perché mi risulta difficile cercare di convogliare lo stupore che ho provato verso la conclusione dei vari archi nel finire di collegare i puntini. È davvero una di quelle cose che andrebbero viste, secondo me, o almeno lette.
Ad ogni modo, l'anime almeno non è qualcosa di adatto ai novizi che si stanno appena avvicinando al mondo dell'animazione giapponese. Oltre a diverse cose geniali è presente anche un certo quantitativo di fan service, nonche diversi giochi di parole (in genere spiegati per fortuna) riguardanti la lingua giapponese.
In quest'ultimo periodo quindi ho finalmente deciso di continuare a guardare l'anime (mi ero fermato alla Second Season per via di uno spoiler ricevuto sul finale di questa stagione — spero davvero di aver capito male) e, in contemporanea, ho iniziato a leggere la prima light novel, Bakemonogatari (storia di mostri).
Monogatari è abbastanza corposa come serie, con diverse light novel pubblicate e diverse serie animate, ed esistono diversi ordini di lettura per le novel o per l'anime. Esiste infatti l'ordine cronologico degli eventi, l'ordine di uscita dei romanzi e l'ordine di uscita dell'anime (questi ultimi due abbastanza simili ma con alcune differenze.) Per il momento ho visto Bakemonogatari (più o meno “Storia di mostri”, Kizumonogatari (“storia di ferite”), Nisemonogatari (all’incirca “storia falsa”, il modo in cui i due archi girino attorno all’idea del “falso” mi stupisce ancora) e Nekomonogatari Kuro (“storia del gatto nero”), e sto iniziando a guardare la Second Season (ho appena finito di vedere Tsubasa Tiger, quanto avrei voglia di scrivere solo su quest'arco!)
E sì, si ringrazia Drew DeVault per avermi “triggerato” (in bene!) a tornare a pensare a monogatari.
“Anime reccomendation: *Monogatari” sul blog di Drew.
(se l’inglese non è un problema, presenta la serie molto meglio)
Così come non si dovrebbe giudicare un libro dalla copertina, non si dovrebbe giudicare un manga dai primi capitoli. Si tratta di una lezione che, fortunatamente, ho più o meno appreso, ma ogni tanto devo rinfrescarmela.
Così come per JoJo, che stavo per lentamente abbandonando prima del (circa) ventesimo capitolo, anche Berserk l'avevo iniziato tempo fa ma più o meno lasciato lì dopo il primo capitolo. Non che non mi fosse piaciuto, ma non mi aveva colpito in modo particolare e quindi, senza neanche accorgemene, non l'ho più continuato ed è rimasto lì.
Per fortuna, cage_ (grazie!) mi ha fatto tornare in mente questo manga. L'ho ricominciato a leggere, ho superato i primi capitoli che non mi convinsero molto e, come per JoJo, sono rimasto catturato dalla sua bellezza.
Berserk è, almeno per quello che ho letto, fino a poco dopo la famosissima eclissi, un altro piccolo capolavoro, davvero piacevole da leggere. Le tavole sono generalmente molto belle, i combattimenti e le battaglie sono davvero ben disegnate e interessanti. Nonostante mi piaccia vedere sistemi di magia e/o simili più o meno complessi (vedi Hunter x Hunter ad esempio) c’è un qualcosa di piacevole nel leggere un manga dove ci sono semplicemente mazzate e violenza nei combattimenti. (Non voglio dare un’idea cattiva: c’è un buon livello di pianificazione nei vari scontri, non sono solo botte da orbi :D)
L’unica cosa che davvero mi fa pensare è che nell’ultimo anno sono usciti solo DUE capitoli, ma fin’ora ne sta valendo decisamente la pena.
Arima “Best Girl” Kana scopre cose
O “tutorial sul mondo dello speccatolo giapponese” in formato manga.
Mi sta piacendo molto come Aka sta decidendo di far proseguire la storia. Il mini-arco di preparazione al concerto è stato stupendo, era ovvio che fosse Aqua a spacciarsi per Pieyon, ed e stato bellissimo come ha supportato Arima durante il concerto.
Il capitolo 39 è stato un po’ triste, con questo personaggio secondario che decide di abbandonare l’industria dopo aver visto il concerto delle B-komachi. Ad ogni modo, Kana ha finalmente compreso la situazione con Aqua e sembra che abbiano un nuovo lavoro insieme? Non vedo l’ora arrivi la prossima settimana!
$BlogIt: index.gmi,v 1.1 2021/10/20 07:41:51 op Exp $