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Definire sé stessi è facile, difficile è far capire a chi legge cosa si intende in determinati concetti in parte non definibili con esattezza con l'uso del linguaggio.
No, non è affatto banale. Nella produzione di genere sci-fi - e cyberpunk in particolare - si è davvero esposti a possibili incomprensioni del testo, succede a causa del frequente utilizzo di neologismi e tecnicismi che l'autore tende ad inserire con la stessa disinvoltura con cui mangerebbe delle noccioline ad un aperitivo e che tende a contestualizzare in base alle necessità della sua storia, spesso in concetti che non sono necessariamente legati al di fuori di essa.
Il lettore passa così ad un livello di non-comprensione, ovvero di estraneazione del concetto che invece l'autore avrebbe voluto inserire nell'esperienza di chi si trova dall'altra parte del foglio stampato (o e-ink se si tratta di un e-reader). Il risultato può variare: si passa dal lettore che prosegue serenamente la lettura, fiducioso che troverà più chiarezza - o una soluzione - ai suoi dubbi con l'avanzare del testo, oppure ad un lettore che prosegue con un senso di incertezza e che difficilmente riuscirà a concentrarsi pienamente sul testo, perché alla ricerca di risposte al suo dubbio, ci sarà poi il lettore che darà la sua personale spiegzione al dubbio e che sarà un concetto diverso da quello immaginato dall'autore. In questo caso ad una possibile, più chiara e futura spiegazione il lettore sarà deluso, perché si renderà conto di non aver seguito il concetto dell'autore. Avremo infine anche un altro tipo di lettore: quello che pienamente frustrato dalla mancata comprensione abbandonerà il testo e le opere successive dell'autore che non ha saputo spiegarsi.
Perché il concetto è davvero facile: se il lettore non ha capito la colpa è dell'autore. Non è sarcasmo, lo penso davvero. La domanda che più mi viene posta è nella parola "meta" la stessa presente nel titolo della mia opera cyberpunk 'Meta Zero' e concetto cardine di tutta l'opera in oggetto e delle sue derivate. Ma allora cosa intendo io, l'autore, con "meta"?
Non si tratta di "meta" intrapresa come "arrivo o destinazione" assolutamente no, non si tratta di un errore di battitura ad indicare "metà ", il concetto meta è tutt'altro nelle mie opere.
Il concetto "meta" è la preposizione che attribuisce un cambiamento alla parola, un cambiamento di significato e di contenuto. Come i metadati o le meta-informazioni, il prefisso "meta" da astrattismo e semplice concetto assume la forma che imprigiona l'anima dell'uomo: un meta-umano. Una vita continua trasmutando dentro un altro involucro, un involucro che può essere un organismo cybertech. Non è più un essere umano, ma prende la sua umanità da ciò che viene riversato in quella che può essere definita la sua "nuova memoria", è lo stesso di prima, ma è diverso, perché consapevole di essere diverso, ma coerente e non per nulla cambiato.
Come si può dedurre ci sarebbero diversi modi (o neologismi) per definire il concetto appena sopra, ma non è importante il modo in cui lo si definisca, quanto capire fino in fondo la definizione. Ed è questo il compito più difficile per l'autore. Si fa presto a decidere che una tal cosa, un tale oggetto, una tale idea possa avere un tale nome, ma si è poi disposti a far capire in modo immediato e preciso quale sia il significato? È abbastanza difficile e spesso oneroso in termini di fluidità del testo (della storia),ma non solamente per l'autore quanto anche per il lettore che, a costo di qualche paragrafo che potrebbe spezzare il ritmo della narrazione, merita di esssere informato sulle idee che sta leggendo.
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Speculative fiction author about horror, thriller, fantasy and sci-fi
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