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2022-03-10 alle 19:30 UTC
Mi è capitato di scorrere il gemlog di Ocean, che mi ha aiutato col codice del venturo webring per amici di cui ho parlato nel post di prima. Un articolo in particolare mi è piaciuto non poco, e ho deciso di ripubblicarlo tradotto e adattato in italiano.
Internet è caduta nella cultura del consumismo.
Per la maggior parte, il contenuto si trova su social come Twitter e Facebook. Su di essi è facile esprimere opinioni e condividere immagini discutibili. E la facilità d’accesso è ciò che vogliamo tutti, vero?
Il servizio che offrono i social, però, è limitato e difettoso; per di piú sfruttano le informazioni personali per i loro interessi economici. Secondo me, è ora che si ritorni indietro nel tempo, quando Internet era una distesa di contenuto generato dagli utenti anziché una follia controllata dalle ditte.
Crea un sito tuo, letteralmente. Credo che tutti dovrebbero avere il proprio sito personale in cui dare al proprio personaggio online un “volto” che gli altri riconoscano, cosà come nella realtà riconosciamo i volti. Gli altri dovrebbero associarti un nome, assieme alle informazioni, ai contatti e ai link che vuoi condividere. Quel che puoi fare non ha limiti.
Mentre scrivevo queste righe sopra, mi sono odiato a ogni parola. Credo davvero, comunque, a tutto ciò che ho scritto. Ripopolare Internet non farebbe niente di male, e al contempo fornirebbe piú mezzi di espressione a tutti.
Ci sono già siti personali sul Web, ovviamente, ma non sono neanche lontanamente abbastanza. Tra questi, i miei preferiti sono probabilmente quelli dell’Unofficial Lainchan Webring: mi sono affezionato alle loro scelte stilistiche e alla community nel complesso.
I webring, un’altra tecnologia perduta nella Internet che fu, si usavano per collegare siti tra loro e fornire mezzi di scoperta anche in assenza di un motore di ricerca. Se non ti eccita guardare una griglia di bottoni abbaglianti, hai qualcosa che non va. I webring sono, in sostanza, comunità di siti personalizzati e autospitati.
E se non puoi autospitare i tuoi siti? Ecco che Neocities entra in azione. Chiamata cosà in ricordo del defunto Geocities, offre un servizio di hosting di siti statici, completamente gratis. L’unica cosa da fare è effettivamente fare il sito. Ti manca l’ispirazione? Guarda le pagine in cima alla lista: l’unico limite è la tua immaginazione.
Parlando sempre di hosting gratuito, occorre far menzione dei pubnix. Un pubnix è una macchina Unix/GNU/Linux condivisa dai suoi membri; ogni membro ha una sua cartella personale sulla macchina e ha accesso a svariati servizi — di solito si tratta di email, hosting di testo semplice (alla Pastebin), git, IRC e ovviamente hosting di siti statici HTTP. I pubnix hanno spesso dei temi che gli utenti possono seguire per ispirazione.
Queste comunità spesso prendono il nome di “tilde”, perché il nome degli utenti è preceduto da ~ nella pagina (ad esempio, questa capsula mostra tilde.team/~zinricky).
Una raccolta di queste comunitĂ pubnix tilde su tildeverse.org
Sicuramente non starai nella pelle dall’eccitazione per fare il tuo sito; ma da dove cominciare?
Dovrai imparare una cosa chiamata HTML, ma non preoccuparti: è piú facile di quel che sembra. HTML non è un linguaggio di programmazione, ma funziona come una struttura semantica. Dopodiché, puoi aggiungere dei fogli di stile (CSS) per dare alla tua pagina colore e vita.
Ora non hai scuse per non fare un sito. Va’ a farlo adesso; non c’è alcun effetto collaterale.