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Non sono un lettore che tiene conto del tempo speso a leggere ogni libro, non ho fretta. Posso impiegare alcuni giorni o un paio di settimane senza alcuno stress, senza fretta, e raramente mi capita di terminare un libro in un pomeriggio. Questo saggio però è uno di questi.
Non si tratta di eccessiva brevità o di troppa leggerezza del testo, quanto invece di una scorrevolezza unica, legata a contenuti interessanti e presentati con la giusta capacità, tanto da non poter fare a meno di continuare a leggere, a scoprire.
È un saggio che analizza il famoso film "Il ritorno dei morti viventi", ma attenzione: forse si potrebbe dire che è facile analizzare e raccontare un film, perché basta raccogliere informazioni, catalogarle, sistemarle e infine buttare il tutto nel calderone. Non è proprio così. Il modo in cui l'autrice riesce a mostrare il cult di Dan O'Bannon è potente e suggestivo nello stesso tempo: ci parla del fenomeno zombie partendo dalle radici del genere, si sofferma sul lavoro di Gerorge A. Romero e John A. Russo, continua sulla nascita della sceneggiatura del film per poi proseguire su tutte le difficoltà della messa in opera per produzione e attori, le polemiche e la competizione con Gerorge A. Romero, le curiosità sulla distribuzione e sul doppiaggio italiano e molto di più. La Armenise smembra il film e lo ricompone, esplora le interiora degli zombie, esplora le intenzioni di Dan O'Bannon, esplora l'interesse degli amanti del genere horror, le musiche, e arriva persino a delle vere interviste a chi questo film l'ha vissuto in prima persona. E lo fa rivivere al lettore.
Un'analisi dettagliata, un racconto reale alle spalle della fiction, un'avventura che consiglio di leggere a chiunque ami il genere horror, il cinema e i suoi "dietro le quinte", o anche solamente a chi abbia curiosità di leggere un saggio scritto bene, ma veramente bene, su un film cult indimenticabile. Un saggio non banale e che vale tantissimo.
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burtozwilson@etik.com