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Gli esemplari raccolti e messi in erbario continuano a vegetare anche per mesi ed alla fine marciscono diventando irriconoscibili. Si ottiene una buona preparazione permanente trattando le piante subito dopo la raccolta, in modo da bloccare ogni processo vitale. Piante piccole vanno poste fra due fogli di giornale e stirate lungamente con un ferro ben caldo, piante più grosse vanno immerse in acqua bollente fino alla base dell'inflor. fino a completa cottura; le parti fiorali vanno pennellate ripetutamente durante 2-3 giorni con benzina. Il materiale così trattato va quindi seccato fra giornali con pressione progressivamente crescente. Buoni risultati si ottengono pure con il trattamento a vapori di zolfo, come descritto per le Orchidee (cfr. introduz. alla fam. Orchidaceae), oppure immergendo in acqua fredda saturata di naftalina e poi seccando con il metodo normale.Attenzione agli ibridi, molto frequenti!Manoscritto riveduto da I. Ricci (Roma).IBRIDISi formano con grande facilità e grazie alla propagazione vegetativa sono spesso assai comuni, così da rimpiazzare completam. i parenti. Sono noti per l'Italia gli ibridi seguenti:S. arachnoideum X grandiflorum: S X vaccarii Wilcz.S. arachnoideum X montanum: S X barbulatum Schott; S X funckii Auct. non F. Braun.S.funckii F. Braun è una pianta con fg. provviste sul margine di lunghe ciglia e sulle facce di brevi peli ghiandolari precocem. caduchi; fi. grandi, con 12 petali roseo-purpurei patenti a stella. - Frequentem. coltiv. nei giardini, non si conosce allo stato spontaneo. Viene supposto trattarsi di un triibrido {t1223} x {t1224} X {t1226}, formatosi in orto botanico e fissato dalla coltura.S. arachnoideum X tectorum: S. X angustifolium Kerner; S. X heerianum Bruegg.; 5. X piliferum Jordan; S. X flavipilum Hausmann; S. X hausmanni Lehm.; S. X fauconnetii Reuter.S. arachnoideum X wulfenii: S. X flmbrìatum Schott; S. X roseum Huter et Gand. 5. grandiflorum X montanum: S. X christii Wolf.S. montanum X tectorum: S. X adenotrichum Burnat; S. X schottiì Lehm. et Schnittspahn. S. montanum X wulfenii: S. X rupicolum Kemer; S. X bramii Facchini non Funck. 5. tectorum X wulfenii: S. X globiferum Comolli non L.I Semprevivi coltivati nei giardini sono per lo più ibridi multipli ai quali partecipano soprattutto S. tectorum L., S. arachnoideum L., S. globiferum L. (Carpazi) e S. schlehanii Schott (Balcani).
L.
Semprevivo
| 1 Fg. delle rosette portanti all'apice un ciuffo di peli allungati, che collegano gli apici fra loro con un feltro ragnateloso
| 1 Fg. delle rosette non ragnatelose
| 2 Fg. delle rosette glabre o subglabre sulle facce, con peli patenti sul bordo
| 3 Petali gialli; antere gialle di 0.8 X 1-1.2 mm
| 3 Petali rosei o porporini; antere violette (alla deiscenza gialle) di 0.5 X 0.8-1 mm
| 4 Fg. delle rosette obovate 10-15 X 20-40 mm, del tutto glabre sulle facce
| 4 Fg. delle rosette strettam. lanceolate (3-4 X 15-22 mm), sparsam. ghiandolose sulle facce
| 2 Fg. delle rosette pubescenti-ghiandolose sulle facce e sul bordo
| 5 Fg. larghe 3-4 mm; filam. biancastri o giallastri
| 5 Fg. larghe 8-15 mm; filam. rosei o violetti
| 6 Petali gialli (10-18 mm)
| 6 Petali rosei o porporini (7-10 mm)
| 7 Fg. basali con indumento di peli semplici
| 7 Fg. basali con indumento di peli ghiandolari