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Corteccia del tronco grigio-scura, compatta, nei rami di 1-3 anni bruna, lucida, glabra, con lenticelle grigie puntiformi; gemme acute (2.5x10 mm), bruno-chiare; brachiblasti brevi (1-2 cm) a corteccia anellata, pubescenti. Fg. con picciuolo di 10-15 mm e lamina ellittica (40-47 X 60-70 mm), base rotondata, un po' asimmetrica, punta ottusa, margine quasi intero o ottusam. crenato; faccia sup. glabra e lucida, di sotto ciuffi di peli rossastri agli angoli fra le nervature. Amenti ♂ 1.5-2 cm. Fr. rossastro (nucula) di 8x20 mm, completam. incluso in una cupula legnosa a 4 (5) valve con deboli aculei erbacei incurvati o patenti (3-8 mm).Centro-Europ.Il principale componente della foresta latifoglia montana, in tutto il terr. (esci Sard.), soprattutto nella zona a clima umido subatlantico. Nelle Alpi ottimale fra 600-1300, sulVApp. fra 1000 e 1700 m, nel Gargano a 600-800 m; manca nella Pad. e nella fascia medit¹.Variab. - Le popolazioni della Serbia e Bosnia, che mostrano alcuni caratteri di passaggio verso F. orientalis Lipsky (diffuso dalla Tracia al Mar Caspio), vengono inquadrate come F. moesiaca (Maly) Czecz., di supposta origine ibrida. Esse si distinguerebbero per le fg. con 9-12 nervi (anziché 6-8) e la lamina con larghezza max. ad ⅓ dalla base, ma soprattutto per una maggiore pelosità della cupula, che è coperta da un feltro denso (come nel velluto usato in sartoria) di peli grigio-giallastri; F. sylvatica L. ha invece peli bruno-ferruginei, che, essendo sparsi, non impediscono la vista diretta delle valve (legnose) della cupula. Anche alcune popolazioni appenniniche presentano questi caratteri e possono venire egregiamente distinte mediante le cupule (i caratteri fogliari sono invece, anche nelle popolazioni della Bosnia, più ambigui); con sicurezza F. moesiaca (Maly) Czecz. è stato identificato in popolazioni naturali pr. Pontremoli; questa forma sembra tuttavia diffusa sulla dorsale appenninica dai M. Sibillini al Falterona, dove spesso tende a sostituire completam. il tipo, ed ancora nel Gargano e sulla Sila e forse sul M. Vulture e M. Morrone. Essa manca completam. invece sulle Alpi, l'Appennino Ligure ed in genere nel versante occidentale della Penisola. Essendo improbabile l'origine ibrida (da noi F. orientalis Lipsky manca), F. moesiaca (Maly) Czecz. avrebbe valore di specie autonoma, come supposto nel lavoro originale della Czeczott; non sembra invece avere ecologia differente dal comune F. sylvatica L.¹ In realtà è probabile che — sia pure in piccoli popolamenti — il faggio potesse una volta occupare un areale più ampio, ad es., nella Pad. (come è testimoniato dai toponimi Faé, Fagaré. ecc.) e nella Pen. dove ancora esistono faggete depresse relittuali fino a 350-550 m nel Laz. a Oriolo Romano, sui M. della Tolfa, M. Fogliano, M. Albani, ecc. (Montelucci in litt.).
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☨ Albero
191
L.
Faggio comune
1890001
P scap
10-30 (-50) m
Boschi mesofili.
da 0 a 2000 m
da Maggio a Maggio