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2023-05-01 alle 09:15 UTC
Innanzitutto, buon 1° maggio! Oggi mi sono svegliato abbastanza tardi, perché mio fratello, al contrario del solito, non ha lasciato suonare la sveglia delle sette e un quarto per un minuto pieno e l’ha sostituita con una (molto piú umana) sveglia breve verso le 10:00 UTC+2.
Credo che sarà la prima ed ultima volta in questo mese in cui avrò il lusso di svegliarmi cosí tardi: tra studio per gli esami ed eventi in parrocchia, non avrò praticamente mai una mattina libera. Forse è anche meglio cosí; d’altronde chi dorme non sta facendo nient’altro. Considerato ciò, la strategia vincente sarà esigere un orario per dormire simile a quello delle galline: di sera non riesco a studiare, perciò di solito mi perdo su Internet o, nei momenti di semi-lucidità, mi metto a giocare ad Age of Empires 2 — per poi perdere suddetta quasi-lucidità dopo un paio di partite in cui vengo asfaltato senza pietà da un nerdazzo che, tanto per cambiare, ha scelto i Franchi oppure i Gurjara.
Se non si fosse capito dallo stile sbrodolato, sono reduce da una maratona (neppure completa) dei vecchi video del Capobastone. Le missioni di Minecraft mantengono il loro fascino, al netto di battute che ora non si possono piú fare per ovvi motivi. Come sempre, gioco la carta del compartimento stagno: se quel “fare brutto” non percola nella mia vita reale e tangibile, allora non c’è motivo per cui privarsene.
Già solo con questa affermazione potrei rendermi antipatico a molte persone, ma pazienza: infierire riguardo questi argomenti, qualora costoro entrino in contatto con me, non è certo tra le mie priorità.
Mi sono anche accorto che l’appunto del 27 aprile era pieno di errori nel contorno, come ad esempio la data riportata e il titolo. Per questo devo chiedervi scusa. Avrei dovuto prestare un po’ piú di attenzione e metterci piú cura. La nota di oggi dovrebbe essere presa un filino meglio.
A proposito dell’altra nota, essa tace molti dettagli successi tra il 21 e il 24 aprile, che pure sarebbero dell’ottimo materiale di vanità per fingere che la mia vita sia, tutto sommato, molto interessante. La verità, com’è ovvio, è un’altra, e quei giorni sono stati una piacevole eccezione — e niente di piú.
Non è impossibile che, con un po’ di pazienza e pianificazione oculata, esperienze simili arrivino a coprire in modo consistente il mio tempo libero, ma certamente non in questo maggio, per i motivi che ho accennati sopra. Non nascondo che mi sarebbe piaciuto coronare in modo diverso certe situazioni e fare piú foto dei momenti euforici (cosí da poterli anche condividere al piccolo pubblico del geminiverso), ma ho preferito cercare di vivere appieno suddetti momenti e non eccedere nella tracotanza di situazioni che non mi pertengono (e, probabilmente, non mi perterranno neanche in futuro).
Ora che riguardo, dev’essere da un bel po’ che non scrivo piú di due acche per questo povero diarietto pubblico. E il tutto senza spillare informazioni su cose interessanti. Da una parte sono contento, perché significa che sono ancora in grado di spiccicare due parole senza prendermi a sberle da solo perché «Gne-gne-gnè, nessuno mi vuole ascoltare»; dall’altra un po’ mi dispiace di non aver estratto gli assi nella manica. Riguardo quest’ultimo punto, mi rifaccio a ciò che è scritto sopra uno degli assi nelle carte trevisane:
Non ti fidar di me, se il cuor ti manca.