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Sarebbe ora di far tacere i ciarlatani e far parlare i tecnici.
Da tempo immemore, ormai, sento cianciare di come far si che le persone usino maggiormente il software libero. Inevitabilmente, i fuffari che si sparano delle pose pretendono di presentare LA soluzione e come al solito, sono solo capaci di dire "dobbiamo educare".
Il che, da un punto di vista commerciale (OVVOVE!), si e' rivelata la strategia piu' fallimentare che si sia mai vista.
Ci sono due grossi problemi su come, sta gente, pretende di scalzare il software proprietario dalla scena mondiale:
Chiaramente, non hanno mai osservato come Microsoft, Google & co. siano arrivate a dominare il mondo scolastico. Non l' hanno fatto "educando", o puntando dritte al mondo dell'istruzione. Lo hanno fatto conquistando il mondo del lavoro, per poi spostarsi, con i loro interi ecosistemi, al mondo dell'istruzione.
Le persone, in praticamente qualsiasi industria che non sia l'informatica, usano i prodotti Microsoft a lavoro e un qualsiasi istituito che voglia dare ai propri studenti una qualsiasi formazione sugli strumenti di office automation, guardera' il mercato e dira': "E Microsoft Office sia".
Basta osservare il mondo server, se parliamo di informatica, per rendersi conto di come sia l'industria a dettare quello che verra' insegnato in scuole superiori e universita'. Linux domina il backend e Linux, da un po' di tempo a questa parte, ha preso piede nei laboratori di informatica per i corsi di programmazione.
Ma perche' dopo trent'anni, il software libero si trova ad uno zerovirgola nel mondo desktop? I motivi sono molteplici:
Sul punto uno non c'e' molto da dire: se un software e' malfatto, o inadeguato per gli standard richiesti, verra' rigettato. Non importano gli ideali, il fatto che sia "etico" o socialmente migliore. Se l'industria boccia un software, sara' bocciato anche dalle scuole.
E' inutile pretendere di insegnare libreoffice se poi le aziende hanno tutto il loro archivio in formato doc e docx, magari di versioni diverse. Se il software che proponete non sa gestire perfettamente quei formati, non verra' mai adottato. Su questo punto si potrebbe fare qualcosa, ma ne parlero' piu' avanti.
Il punto piu' dolente, pero', rimane l'integrazione verticale fra un software come Microsoft Office e le piattaforme sulle quali gira. Sempre tornando a libreoffice, mentre il primo e' perfettamente integrato con Active Directory, exchange, sharepoint e tutta la galassia di tools Microsoft, libreoffice non ha nulla da offrire di simile. Solo il fatto di essere software libero. Non basta. La suite si deve integrare con tutto l'ecosistema nel quale vive, per avere una speranza di essere adottata sia nel mondo del lavoro, che nel mondo dell'educazione.
Che cosa dovrebbe succedere, a mio modo di vedere, per far si che la transizione funzioni?
Le aziende che lavorano con il software libero, dovrebbero fornire tools migliori e piu' integrati, con ecosistemi che possano gestire, end-to-end, tutta la parte di gestione degli utenti, inclusa la Office automation e la relativa gestione dei dati. Non si possono gestire migliaia, ma anche solo centinaia di macchine, o utenti, senza uno stack verticale che funzioni a dovere, non si andra' mai da nessuna parte, senza aumentare considerevolmente la qualita' di quello che si vuole proporre.
Si rimarra', come ora, a cianciare di ideali ed etica, sempre senza alcuna soluzione da dare.
Gli utenti sentono il giogo malvagyo di Microsoft? Come sta danneggiando i loro diritti? Ve lo dico io come, in nessun modo che ad un qualsiasi essere umano importi, dato che l'unica cosa che conta e' il fatto che il software scelto fa quello che l' utente vuole, come vuole e quando vuole.
Ma ci sono battaglie e vale la pena di combattere, nel mondo del software libero? Secondo me una c'e', ed e' la battaglia per l'uso di formati standard e aperti, dove ci possa essere competizione sull'interoperabilita', escludendo quindi una variabile dall'equazione. Su quello i ciarlatani dovrebbero focalizzarsi, per poter avere un cavallo di Troia da usare per perorare la causa. Insieme all'olio di gomito di fornire software migliore e sviluppare le integrazioni necessarie, l'obiettivo finale del vedere il software libero maggiormente usato potrebbe diventare realta'.
Ma chissa' se lo capiranno mai. D'altronde, sono trent'anni che i paladini del software libero sono irrilevanti, sul desktop. Cianciare e' facile, mentre proporre soluzioni vere invece, decisamente no.
Probabilmente, spariranno, ma in modo molto etico e nobile.
Li ricorderemo cosi'. Fuffari fino in fondo.