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Brucia, fuoco! Brucia!

Potevo perdere l'occasione per fare una (inutile) citazione di Escaflowne? Ovviamente no. L'evento più importante dall'ultima volta che ho scritto qui è anche quello che probabilmente in questi giorni sta passando su tutti i mezzi d'informazione. Posso supporto soltanto, perché ho smesso da un pezzo di seguire le notizie.

Le montagne intorno alla città sono quasi tutte bruciate e forse anche molto più in là, fino alle provincie limitrofe. Per me, che possiedo un apiario su un terreno di proprietà, è stato un periodo di enorme ansia. Da quando ha iniziato a diffondersi la notizia dell'incendio sono salito a controllare la situazione almeno due volte al giorno.

È bruciato molto, anzi troppo: ma i fuochi sono per lo più spenti ormai e - a meno di qualche idiota che si metta a gettare benzina e fiammiferi accesi - per il mio apiario non dovrebbe esserci più nessun pericolo. Incrocio tutto ciò che posso incrociare mentre lo scrivo.

Purtroppo le fiamme hanno lambito il centro abitato e hanno colpito alcune proprietà. Alcune famiglie sono state fatte evacuare. Appena due anni fa è successo qualcosa di simile: l'incendio era molto più contenuto come dimensioni, ma ha colpito una borgata molto più densamente abitata. Roghi di questa dimensione e gravità non ne ho mai visti in vita mia.

Ricordo che da bambino pochi minuti dopo l'inizio di un incendio arrivava una squadra di forestali armati di ramazze che colpivano le fiamme più piccole per soffocarle. Credo che usassero anche tagliare rami, onde creare una linea tagliafuoco. Non c'erano *canadair* e nemmeno elicotteri; le risorse erano molto più limitate eppure nel giro di poche ore si riusciva a contenere l'incendio.

Ho visto un grande dispiegamento di forze: camion dei vigili del fuoco, aerei ed elicotteri; e poi auto dei carabinieri, della forestale, della protezione civile; anche una della Terna. Eppure il fuoco è stato lasciato completamente libero di devastare intere montagne. Si è permesso che arrivasse a minacciare case, terreni di proprietà e persone.

La sera del primo giorno d'incendio c'era un camion dei vigili del fuoco a metà collina. Sono andato a dare un'occhiata, per vedere cosa facessero. Erano in cinque: due reggevano una manichetta, gettando acqua sulla vegetazione intorno a un deposito edile, mentre gli altri tre la srotolavano... per così dire. Ho domandato loro perché perdessero tempo a innaffiare gli alberi intorno al deposito quando pochi passi più in là c'erano dei piccoli roghi che minacciavano di espandersi. Sarebbe bastato pestarli con gli stivali per spegnerli.

Ci sono cinquanta gradi, non puoi chiederci questo!

Questa è stata una delle ridicole risposte che ho ricevuto. Evidentemente correre dei pericoli non fa più parte del mestiere di vigile del fuoco. A quel punto me ne sono andato via disgustato. Stavano proteggendo un deposito, ignorando non solo i fuochi che bruciavano poco più in là, ma anche il centro abitato dall'altro lato della collina.

Forse c'è di mezzo la mafia.

Questo fu ciò che mi disse papà, non appena fummo abbastanza lontani e mi sa che aveva ragione. In molti posti le proprietà sono state salvate solo grazie all'intervento dei privati, armati di comuni tubi da giardino. Siamo scesi disgustati e consapevoli di essere alla mercé di un sistema che non funziona.

No, il motivo non è l'emergenza: certe "emergenze" dovrebbero essere la normalità per i tutori della sicurezza del territorio e delle persone. Il vero motivo è che manca la volontà di proteggere piante e animali dal fuoco, vale a dire dagli esseri umani. Perché non esiste autocombustione, le fiamme partono e si diffondono per la precisa volontà di qualcuno.

Io volevo parlare di cazzate come sempre, però non potevo tenermi dentro questo rospo.

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27 Luglio 2023

Etichette: natura, api, società, politica