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Indignazione finlandese

Pretendete una scuola di qualita' in Italia. avete della fantasia!

In sto periodo ho un pelo trascurato il gemlog, sia perche' sono stato in ferie, sia perche' mi sto dilettando in un nuovo progetto di programmazione (che mi sta coinvolgendo fin troppo, devo dire).

Ma come ho gia' scritto, lo si fa perche' si vuole, non perche' te lo ordinano gli altri:

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Tuttavia e' da qualche giorno che, nella mia mailbox, riposa il feed riguardante il fatto che una famiglia finlandese se ne' andata dalla Sicilia per la scarsa qualita' della scuola.

Come si permettono, sti filistei!

Il ministro dell'istruzione, da buon "patriota", si sente ferito nell'orgoglio e se ne viene fuori con la piu' grande arrampicata sugli specchi che si sia mai vista. Ora, quando qualcuno risponde in questo modo, significa che si e' colto nel segno.

Rispondendo al caro ministro che chiede di non generalizzare, mando volentieri un altro uccello padulo: non solo la scuola siciliana fa pena, ma fa pena tutta la scuola italiana e fa pena da molto, molto tempo.

Quando io frequentai le elementari (ormai 30 anni fa), funzionava in questo modo:

Il tutto condito da quintali di libri costosi come il fuoco, quaderni di qui e di li', evidenziatori e menate che chi piu' ne ha piu' ne metta, tutto pagato di tasca propria, naturalmente.

Ad un certo punto arrivarono le medie:

Il liceo/istituto tecnico e' un altro discorso. Li' si iniziava a studiare per davvero, eri grandicello e avresti dovuto saper distinguere fra "cazzeggio" e "dovere", ma anche li', non per tutti era cosi'. L'unica differenza con le situazioni precedenti? Si prendeva il bus per andare a scuola, ma poco cambiava, per il resto.

Arriviamo al 2018, mia figlia deve completare le medie (eravamo all'estero, in precedenza), la iscrivo a scuola e quello che si vede e':

Sono passati trent'anni e la situazione e' addirittura peggiore rispetto alla mia generazione. Ora farei una domanda a sti genitori finlandesi:

Avevate deciso di venire a vivere in Italia, dove la qualita' di infrastrutture e servizi pubblici sta crollando, ormai da 40 anni. E' il paese delle mafie piu' potenti del mondo, dell'abusivismo, della corruzione e di un debito pubblico insostenibile. Si sta a galla solo perche' la BCE fa la carita' al governo. Inoltre, avevate deciso di andare in Sicilia, dove quasi tutto funziona per modo di dire (non immagino se foste andati in Calabria), dove i concorsi sono truccati, piu' si che no (non che al nor d vada chissa' che meglio), dove gli insegnanti non stanno li' per merito, ma perche' sono, perlopiu', degli incompetenti raccomandati attaccati al posto pubblico.

Ma una ricerchina, prima di buttare i vostri figli in mezzo a quel macello, no?

Questi genitori sono della stessa pasta di quelli che incontro qui in Svizzera. Ucraini, Polacchi, Russi, Tedeschi, tutti dicono che l'Italia e' il loro posto preferito e alla domanda: "ma ci vivi?", ti rispondono: "No, ma ci vado in vacanza". C'e' questo strato superficiale dove tutto appare bellissimo, merito del cibo, del buon vino e del clima, certo.

Ma se scegli di vivere in Italia devi o non avere figli da far crescere, oppure essere pieno di soldi per comprarti la villa in toscana.

Caro ministro Valditara: e' inutile lodare gli insegnanti, non mi vergogno di dire che la scuola pubblica italiana e' il deposito di tanti, troppi inutili, che non essendo buoni per null'altro, finiscono ad insegnare senza essere in grado di farlo e senza manco averne i requisiti. Chi poi dice che "combatte contro i mulini a vento", beh, mi spiace dirlo, ma e' solo gente pigra che non vuole un futuro migliore per la propria famiglia, altrimenti andrebbero tranquillamente ad insegnare in altri paesi (in Svizzera mancano insegnanti, per dire).

Non fate lo sbaglio di questa famiglia (c'e' da dire che, da un certo punto di vista, potrei pure capirli, poracci), non andate a rovinare la vita dei vostri figli in Italia, non c'e' futuro li', per loro.

E di posti dove si mangia bene e dove si vive meglio, ce ne sono a bizzeffe, nel mondo.