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Puzzano di marcio e non e' piacevole.
Tutti sanno che Facebook e' un'azienda malvagia, come praticamente tutti concordano nel dire che Zuckerberg sia sostanzialmente immondizia, da un punto di vista umano e guarda caso, la dirigenza della quale si circonda non e' da meno.
I ragazzini si ammazzano, per i social.
Il coroner di Londra e' stato chiamato a giudicare se i contenuti serviti ad una ragazzina di 14 anni, depressa, abbiano contribuito a portarla al suicidio. Conoscendo la malvagita' di piattaforme come Facebook, non credo ci siano dubbi che possa, per davvero, contribuire a episodi di suicidio, gia' per il fatto di come queste piattaforme funzionano. Quotando:
The platforms operated in such a way using algorithms as to result, in some circumstances, of binge periods of images, video clips and text, which romanticized acts of self-harm
Lo stesso coroner, dopo aver revisionato i contenuti ai quali era stata esposta la ragazzina ha detto che quei contenuti erano:
impossible to watch.
"Impossibili da guardare". Non so di preciso quanto politicamente influenzati siano i coroner, in UK, ma dato che sono giudici, non fatico a credere che davvero, in questo caso, il coroner abbia avuto difficolta' a guardare ore e ore di contenuti che ispiravano e spingevano al suicidio.
Sappiano benissimo che Facebook, Pinterest e Instagram, per il loro profitto, dipendono totalmente dall'engagement, cioe' dal far si che voi stiate piu' tempo possibile nelle loro app. Come si ottiene piu' engagement, nel caso nel quale non lo sapeste? Mostrandovi contenuti che stimolino il rilascio di dopamina, sfruttando il cosiddetto "reward system". Ricompensandovi, provate piacere e nel provare piacere, vorrete provarne ancora di piu'. Ecco quindi che il magico algoritmo di Facebook, comprende quello che desiderate e voila'! La vostra timeline si riempie di contenuti simili a quelli che avete appena visto. Vi piacciono i meme di gattini? Eccone una carrettata per voi. Cani? Non c'e' problema. Siete depressi, pensate al suicidio e cercate post che parlano di farsi del male?
Ecco, qui inizia il problema.
Il fantasmagorico algoritmo di Facebook (o Pinterest), non distingue il bene dal male. Non e' intelligente per capire che: "spetta un po', sta ragazzina sta guardando cose un po' troppo macabre, tieni un gattino va", non puo' farlo e non VUOLE farlo, soprattutto perche' non lo vuole l'azienda. Ecco quindi che una ragazzina, depressa, che fa binge watching di contenuti che inneggiano al suicidio, viene servita di ancora piu' contenuti che inneggiano al suicidio. La ricompensa, ma al contrario. Ovviamente la mia e' una semplificazione, ci sono molte altre dinamiche che andrebbero investigate. Ma non e' questa la cosa che mi ha lasciato a bocca aperta.
Guardatela, cosi' sorridente, una fantastica donna in carriera, un modello per tutte le donne, perdio, giusto?
No.
Questa tizia, che in pochissini anni e' diventata "Head of Health & Well-Being Policy at Meta", e' una donna talmente malvagia da aver detto, sotto giuramento, durante una testimonianza, che i contenuti ai quali era stata esposta la ragazzina erano "sicuri per gli standard di Facebook". Dopo essere stata messa all'angolo, ha addirittura ribadito che i contenuti "Si, sono sicuri".
Riguardate la foto di Liz Lagone su linkedin.
Quella donna non ha alcuna moralita'. E' uno degli specchi di Zuckerberg, un uomo a capo di un'azienda che dietro la frase "free speech", pretende di non dover fare quasi nulla per moderare l'immondizia che potrebbe contribuire a far suicidare una ragazzina. A confronto Pinterest, almeno, si e' scusata ed ha detto le frasi di circostanza e fatto mea culpa (magari poi non faranno nulla di rilvante per migliorare in ogni caso).
Liz Lagone rappresenta lo specchio di quello che e' la Silicon Valley e di tutte le aziende che la compongono. Un mondo fatto di falsita', pose, politically correct e disonesta', ma tutto condito con quantita' immonde di soldi, quelli ai quali tiene la signorina Lagone. Magari ha fatto i pompini all'executive giusto, per essere arrivata in quel ruolo cosi' in fretta. Ah no, giusto, non si puo' dire. Che sbadato.
Io spero che Facebook, Instagram e tutti gli altri grandi social network, vengano regolamentati come pubblicazioni, rendendoli responsabili di quello che fanno e dei contenuti che permettono sulle loro piattaforme, in quanto hanno dimostrato, come se ce ne fosse mai stato il dubbio, che non solo non sono in grado di fare la cosa giusta, cioe' rinunciare a qualche miliardino per rendere i loro cessi piu' vivibili, ma che desiderano attivamente far del male alle persone, dato che questo li fa guadagnare di piu' (so di aver detto l'ovvio, ma e' meglio ribadirlo, che non si sa mai).
Se andaste sul profilo di Liz Lagone a complimentarvi con lei dicendole che la sua umanita' e' paragonabile al materiale biologico di un cadavere in putrefazione, non vi biasimerei. Non fatelo, anche se la tentazione sarebbe grande, rischiereste una querela inutilmente.
Passate dal fediverso, se vi va. Li' almeno, deciderete VOI quali contenuti vedere, deciderete VOI chi seguire e se usate un software come honk, l'approccio e': "ricevi solo i post di chi hai deciso attivamente di seguire".
Ma soprattutto, vi salverete dall'immondizia, dato che non ci sara' un algoritmo a riempirvi di contenuti ostili.
Quanti ancora ne dovranno morire, per rendere queste aziende responsabili delle loro azioni?