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P. annua con f. ramoso, alto fino a 5 dm.; fg. sup. terminanti in un cirro, con 4-7 paia dì foglioline oblungo-lanceolate o lineari; stipole lanceolate, intere o semiastate; fi. a 1-3 su peduncoli lunghi, cai. a denti lunghi e cigliati; cor; cerulea con venature lilla; legume quasi glabro, con 1-2 semi. Coltivata fino a mezza montagna, ma al presente in pochissime località (p. e. sul piano di Mollaro in Val di Non); raram. inselvatichita.
Anche la Lenticchia è p. di coltivazione remotissima, come attestano i rinvenimenti dei suoi semi in stazioni preistoriche e in tombe dell'antico Egitto, come pure la menzione che ne fa la Bibbia (piatto di Lenti di Esaù).
La Lenticchia selvatica, dalla quale è derivata quella coltivata è la L. nigricans Godr., che si distingue dalla precedente per le fg. sup. terminanti con una resta; infiorescenze più lunghe delle fg. ascellanti e cor. bianco-azzurrognola. Rinvenuta nei dintorni di Rovereto e più recentem. presso Nago (Gams).
Medic.
Lente, Lenticchia
da Marzo a Agosto