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Ikarie XB-1 (Jindřich Polák, 1963)

Cecoslovacchia 86' bianco e nero

https://it.wikipedia.org/wiki/Ikarie_XB_1

L'equipaggio della Nave Ikarie XB-1 deve avvicinarsi ad Alpha Centauri per esplorare un pianeta che vi orbita attorno e che, secondo gli studi, dovrebbe poster ospitare la vita.

Il viaggio durerà 15 anni ma in effetti per i cosmonauti, a causa degli effetti relativistici, durerà pochi mesi.

Durante il tragitto si imbattono in una navicella abbandonata proveniente dal XX secolo (il film è ambientato ne 31° secolo) che trasportava armi nucleari e il cui membri dell'equipaggio si sono uccisi l'un con l'altro in maniera orribile.

Successivamente si troveranno a confrontarsi con una pericolosa radiazione proveniente da una "stella nera" che genererà un malessere fisico sempre più insopportabile nell'equipaggio (provocando la morte di uno di coloro che si erano visti costretti ad uscire fuori bordo per un intervento di riparazione e l'impazzimento dell'altro suo compagno, a causa della grande quantità di irraggiamento). La situazione diventerà così critica da rendere accettabile l'idea di abbandonare la missione; tuttavia alla fine la radiazione sembra miracolosamente scomparire dopo del tempo e con essa l'influsso nefasto sull'equipaggio. I terrestri potranno finalmente vedere la superficie del pianeta bianco, abitata dalle creature che li hanno protetti -con il loro campo di forza- dalle radiazioni generate dalla stella nera.

Fantascienza nel segno del pacifismo e del progressismo in questa pellicola cecoslovacca nella quale i cosmonauti abbandonano le nefandezze del XX secolo (tutte simboleggiate dall'astronave abbandonata, dove si è compiuta una strage e l'equipaggio era dedito al gioco e all'alcool) e si avviano a stabilire rapporti fraterni con le popolazioni dell'altro pianeta. Chiaro l'influsso del periodo in cui la pellicola è girata: divisione in blocchi, guerra fredda, fiducia nella scienza, la storia vista come testimone del progresso sociale, sono tutte cose che possono essere ritrovate nella pellicola. Chiaramente si tratta di un film del '63 e le ricostruzioni delle navicelle in orbita fanno sorridere (ma di affetto!), mentre gli interni, seppur con una scenografia comunque non sciatta, non hanno resistito al tempo che passa, soprattutto nella rappresentazione delle strumentazioni.

Molto efficace invece l'episodio sull'astronave: quasi horror e che qualche brivido lo mette!

Nonostante gli anni il film appassiona dall'inizio alla fine giacché prima dei viaggi spaziali parla delle mille sfaccettature dell'animo umano e per questo sembra aver vinto il tempo come i cosmonauti che ritrae.

Il film è vagamente ispirato, leggo, ad un libro di Stanislaw Lem, immenso scrittore polacco (per lo più di fantascienza) autore -tra gli altri- di "Solaris". Qui però ho riconosciuto solo parzialmente la sua influenza ma - a quanto pare, visto che il libro non è stato (ancora, per poco, spero!) tradotto in italiano- si tratta di una delle prime opere, influenzata dal regime, dove i temi che più lo interessarono non avevano ancora trovato lo spazio che avrebbero guadagnato nelle -più note- opere successive.

Mi piace immaginare che Roddenberry abbia tratto ispirazione da questo film (anche se gli americani lo rimontarono e cambiarono il finale) per "Star Trek", è plausibile visti i temi e l'anno di uscita, ma plausibile non significa necessariamente vero. ;-D

Ciao!

C.

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