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In questa terra potremmo vivere di turismo.

Se vivete nelle mie stesse zone non è improbabile che abbiate sentito (o pronunciato) questa frase più volte nel corso della vostra vita.

A parte che -pur non sapendo un'acca di economia- trovo singolare puntare solo su un settore per sostenere l'economia di un luogo. Se non si diversifica si rischia che una crisi che colpisca quel settore faccia crollare tutto il sistema. Per esempio potrebbe arrivare una pandemia che faccia viaggiare meno le persone. Ma questo è impossibile, giusto?

Ma quando sento questa frase, io subito penso: "Certo! Se vogliamo fare tutti quanti i camerieri, i cuochi o i portieri d'albergo".

Non che ci sia niente di male in questi mestieri (sempre considerando che non c'è nulla di buono nel lavoro, ovviamente!) ma, riflettendoci, quali prospettive di miglioramento e crescita personali o culturali ha davanti chi fa questo lavoro? Tolti pochissimi padroni e qualche cuoco abituato alle telecamere, quali livelli di reddito garantisce un economia che si sostiene sul turismo? Quale innovazione promuove? Decidere dove mettiamo la ciliegina sulla torta quest'anno?

Guardiamo in faccia le cose, il turismo è sostanzialmente rendita ed estrazione di denaro dall'ambiente, non produce nulla di nuovo e non necessita di miglioramenti se non strettamente funzionali allo scopo summenzionato. Non concordo con chi dice che è come il petrolio; almeno per l'estrazione del greggio sono stati (e sono tutt'ora) necessari grossi sforzi intellettuali nel campo scientifico e tecnologico per garantirne l'approvvigionamento e il trasporto (sforzi che hanno prodotto nuove conoscenze anche in molti altri ambiti). Nell'industria turistica? Il massimo che ci si può aspettare è disneyland o las vegas (che è disneyland per adulti).

E almeno questi sono luoghi sorti dal nulla, il peggio (e più comune scenario) è quando un intero luogo viene snaturato per piegarlo a fini turistici. E non parlo solo dei litorali sventrati per costruire alberghi da centinaia di camere con vista mare. Quando scendete dalla nave da crociera per fare una passeggiata al centro provate a guardarvi intorno e chiedetevi come mai gli unici negozi aperti siano quelli che producono cibo o vendono oggetti per adornarsi (vestiti o accessori) a costi di diversi ordini di grandezza più grandi del loro costo. Guardatevi intorno e chiedetevi come deve essere la vita di chi abitualmente abita li: dove va a comprare il pane? Una multipresa? Una scala di alluminio? Un pacco di chiodi da 8cm? La risposta: quelle persone che abitavano li si sono dovute spostare per via dei padroni di casa che preferiscono trasformare gli appartamenti in strutture di "accoglienza", per via del fatto che chi apre una bottega preferisce vendere chincaglierie ai turisti piuttosto che alzarsi col buio per fare il pane, per via del baccano prodotto da persone che si fanno migliaia di chilometri solo per ubriacarsi giusto sotto il loro balcone; se volete conoscere gli abitanti di quei luoghi è presto detto: sono probabilmente coloro che vengono -ogni sera- dalle periferie (dove hanno volontariamente¹ traslocato) per portavi in tavola le prelibate pietanze a base di pesce² che gustate all'interno di un ristorante, nel simulacro di un quartiere trasformato in parco giochi.

Come lessi scritto su un corrimano tanti anni fa:

"Turisti, fate bella Parigi: andatevene".

¹ come è volontario il lavoro, puoi scegliere: lavorare o morire di fame

² pescato nell'oceano atlantico e surgelato a bordo, finché non ce lo saremo mangiato tutto come abbiamo fatto con quello del mediterraneo

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