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La mostra sui Bizantini, una deludente raccolta senza capo né coda

Nel fine settimana lungo siamo stati a Torino. Approfittando di una mattinata tranquilla, con i bambini insieme ai nonni, siamo andati a Palazzo Madama per la mostra dedicata ai Bizantini, a cui è dedicata una pubblicità diffusa.

Il banner pubblicitario fuori da Palazzo Madama

La mostra è nata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il suo cuore è costituito da reperti archeologici e opere provenienti dai musei di Atene e Salonicco, oltre a Ravenna, Napoli, Crecchio e altri musei italiani.

Diciamo subito che la mostra non ci è piaciuta per niente.

Io e mia moglie siamo entrambi archeologi bizantinisti, quindi siamo certamente diversi dallə visitatricə mediə. Ma la mostra, anche a voler essere generosi, è una vera raccolta di oggetti messi uno a fianco dell'altro, senza una storia o un filo conduttore. Non trasmette nulla dello splendore di Bisanzio. Mescola senza nessuna attenzione oggetti appartenuti a periodi lontanissimi tra loro senza contesto, senza spessore cronologico. Sono esposte dozzine di epigrafi o altri oggetti iscritti, senza trascrizioni, traduzioni o altri modi di interpretare ciò che si ha davanti agli occhi.

Questa edizione torinese ha una appendice dedicata al rapporto tra Bisanzio e il Piemonte, composta da qualche pannello e tante monete messe una di fianco all'altra.

Come era prevedibile lo sguardo della mostra è profondamente eurocentrico, un difetto che contribuisce a renderla banale. È appena accennata la disastrosa conquista latina del 1204, che travolse in pieno Bisanzio sia come città fatta di monumenti e di persone, sia come impero. Come mi trovo molto spesso a constatare, la geografia è una parte marginale, si espongono nella stessa vetrina oggetti che provengono da luoghi molto lontani tra loro senza indicare dove si trovano (chi conosce Crecchio?). Le didascalie sono quasi tutte striminzite o si limitano alla scarna definizione. Per fortuna non esiste un catalogo!