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Cedro dell'Himalaia
Questa conifera, dalla sagoma assai attraente, fu introdotta in Europa nel 1822 e subito apprezzata per il suo valore ornamentale.
Originario dei nevosi pendii dell'Himalaia, quest'albero ha, nella terra d'origine, importanza religiosa ed è noto anche come "albero degli dèi" oppure come "abete sacro indiano". Come altri cedri, in India, è considerato simbolo di fertilità e di durevolezza; il legno viene per tradizione usato per la costruzione di templi e palazzi. La sua fragranza lo rende particolarmente adatto per queste costruzioni, sebbene venga prosaicamente usato anche per fare traversine ferroviarie e ponti,
In Italia, e forse il cedro più diffuso nei parchi e nei giardini: ne esistono alcune varietà selezionate. Preferisce terreni fertili e profondi e ha bisogno di elevata umidità atmosferica.
Nelle sue zone di origine forma estese foreste che forniscono legname di pregio. In Italia, è stato anche sperimentato per impianti da legno a rapido accrescimento. A differenza di altre conifere esotiche è però una specie assai esigente, non idonea a valorizzare terreni magri. Piantagioni specializzate di cedro dell'Himalaia darebbero buoni risultati soltanto sui terreni migliori, entrando in competizione con le colture agrarie.
Il cedro dell'Himalaia differisce dagli altri cedri per il fogliame più chiaro, con aghi più lunghi e soffici di forma triangolare
I grandi coni eretti maturano in due anni, poi si disarticolano; il rachide resta sull'albero.
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I fiori sono meno frequenti che sugli altri cedri Quelli maschili sono eretti, e liberano il polline giallo in autunno; quelli femminili sono verdi.
Aghi solitari crescono sui germogli dell'anno corrente; aghi più vecchi appaiono invece in rosette.
Rami penduli distinguono il cedro dell'Himalaia dagli altri cedri.
Altezza: fino a 33 m.
La corteccia è nerastra, con strette fessure.
