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Verso la fine del secolo XIX, la ditta Veitch di Exeter aveva i migliori vivai della Gran Bretagna, ed era internazionalmente famosa, perché si occupava dell'introduzione nel Paese di molte specie esotiche di alberi e di piante a fiore, oggi coltivate in giardini e parchi. Nel 1860, John Gòuld Veitch visitò il Giappone, un Paese che sino ad allora era rimasto inaccessibile agli stranieri. Durante quel viaggio, raccolse molte piante che poi divennero popolari come ornamentali e tra esse questa specie, a lui dedicata, che trovò sui pendii del monte Fujiyama.
A. veitchii è il più piccolo degli abeti giapponesi. Ma un arco di vita breve, ma e anche uno dei più facili abeti giapponesi da coltivare, dato che tollera l'inquinamento e resiste alle gelate primaverili. Cresce rapidamente, soprattutto nei primi anni, e produce ben presto coni e semi fertili. Sebbene in Giappone il legno venga usato nell'industria della carta, quest'abete non è stato coltivato a scopi commerciali nel nostro Paese, probabilmente perché altre conifere importate hanno dato risultati assai migliori come alberi da legname, per il loro accrescimento più rapido. D'altra parte, le foglie di A. veitchii hanno appariscenti pagine inferiori argentee, che lo rendono un albero ornamentale molto apprezzato.
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Questo abete viene adoperato come pianta ornamentale nei giardini e nei parchi per il suo aspetto non consueto.
I fiori femminili diventano coni blu, che tendono al bruno quando maturano, con brattee sporgenti.
I fiori maschili sono bruno-rossastri.
I fiori femminili sono rossi.
Gli aghi, lunghi uguali, sono diretti in avanti con la stessa angolatura.
Gli aghi sono bifidi all'apice, verde lucido sopra e con bande argentee sotto.
Questo abete esile e dalla chioma conica ha rami inferiori sposso ascendenti.
Altezza: fino a 25 m.
La corteccia è liscia con depressioni sotto i rami.