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Pino di Macedonia
Nativo di tre piccole zone nei Balcani, il pino di Macedonia fu individuato e descritto come specie indipendente nel 1839. Cresce lentamente ma con continuità , formando una sagoma regolare che dovrebbe renderlo attraente per i progettisti di giardini; ma non è mai stato coltivato molto diffusamente fuori dagli Orti Botanici. È una specie adatta per essere allevata in forma di "bonsai", dato che assume facilmente forme nodose e contorte.
Il pino di Macedonia è utile come albero frangivento perché mantiene i rami fino a terra man mano che invecchia, e i suoi aghi di un intenso color blu-verde formano un fogliame denso e una barriera efficace. La persistenza dei rami fa però si che questo pino abbia un legno nodoso e di scarsa qualità , cosicché, anche per il suo lento accrescimento, non è mai stato preso in considerazione come specie da legno e il suo uso è limitato a scopi ornamentali nei parchi e nelle collezioni botaniche.
Il colore verde-mela dei suoi germogli distingue il pino di Macedonia da tutti gli altri pini coltivati. 1 coni sono lunghi e simili a quelli di P. wallichiana, di cui l'albero è uno stretto congenere; sono però più piccoli. Dalla corteccia dell'albero, se viene danneggiata, trasuda molta resina.
Questo pino, nativo dei Balcani sud-occidentali, è stato piantato negli Orti Botanici e in alcuni grandi giardini.
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Gli aghi sono raggruppati all'estremità dei rametti. I coni immaturi, cilindrici, sono verde brillante e pendono verso il basso.
Gli esili aghi blu-verdi sono disposti in fascetti di cinque. [Grandezza naturale]
Come il cirmolo questo pino ha chioma densa. I rami inferiori, spesso pesanti, sono disposti in modo simmetrico.
Altezza: fino a 20 m.
Il cono è lungo, resinoso e ricurvo. Maturando diventa rosso-bruno.
I fiori maschili sono giallo chiaro; quelli femminili rosso scuro. I germogli glabri, verde chiaro, distinguono quest'albero dal cirmolo.
La corteccia sottile, marrone, liscia, si fessura poco.