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Sanguinella
Questo arbusto, poco appariscente per gran parte dell'anno, in autunno proclama la sua presenza grazie alle foglie rosse e alle drupe nere. In Italia, lo si trova un po' ovunque nelle siepi, nelle macchie e nelle boscaglie. Cresce, di solito, su terreni calcarei, poveri, invadendo spesso pascoli abbandonati; predilige, però, i terreni freschi e fertili. E una pianta frugale e può essere adottata per il consolidamento di terreni franosi. Si propaga mediante polloni prodotti dalla pianta stessa o per mezzo dei semi, dispersi dagli uccelli.
Fino all'inizio del secolo, il legno di questo arbusto, duro e bianco, veniva bruciato come carbonella. Una cronaca del secolo XVII riferisce che da questo legno si ricavavano ingranaggi per mulini, pestelli, rocchetti e raggi per ruote. Le drupe amare e non commestibili, che crescono sulla sanguinella, venivano un tempo usate per cstrarne olio da lampade; oggi, si usano per le loro qualità tintorie. I rametti si adoperano come tutori nelle colture da orto e della vite e servono anche per la fabbricazione di cesti.
La sanguinella era considerata, un tempo, con timore nelle campagne per le sue proprietà magiche. Secondo quanto dice, nel 1613, l'inquisitore De Laucre, la corteccia, il midollo dei rami e i semi venivano usati nei sabba dagli stregoni per preparare un veleno.
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Le foglie rosse della sanguinella formano fiamme di colore in autunno.
Cresce principalmente su terreni calcarei.
Questo alto arbusto deciduo emette abbondanti polloni.
Altezza: fino a 4 m.
Le larve di Callophrys rubi L. si nutrono delle foglie.
Le foglie acuminate sono opposte, tomentose su entrambe le pagine, con nervature incurvate verso l'apice.
I fiori bianco-verdastri sbocciano in giugno.
Il loro sgradevole odore attrae gli insetti.
I germogli rosso-sangue e le sfumature cremisi delle foglie, nel tardo autunno, danno a questa specie il nome latino di sanguinea.
La corteccia è fittamente fessurata.
Le drupe rotonde, nere e amare, crescono in ombrelle e maturano in agosto o settembre.